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Villa San Giovanni: Protocollo d’intesa tra il Comune e il Presidio Slow Food “Produttori di Piparelle”

A Villa San Giovanni approvata la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra l’Ente comunale e il Presidio Slow Food – Associazione “Produttori di Piparelle” – Condotta Slow Food Versante dello Stretto e Costa Viola.

E’ stata la Giunta comunale con la Delibera N. 137 del 30 maggio ad aderire, approvare e sottoscrivere l’istanza presentata dall’Associazione. La richiesta della sottoscrizione è pervenuta al protocollo dell’Ente lo scorso 17 maggio 2024. Il protocollo d’intesa sarà sottoscritto dal Sindaco, Giusy Caminiti.

Il protocollo d’intesa

La sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il Comune, SF Costa Viola e Associazione Piparelle Villa S. Giovanni può creare importanti occasioni di collaborazione, confronto e di approfondimento, in particolare per la creazione di percorsi che valorizzino le peculiarità e le qualità dei prodotti locali. Lo scopo è recuperare e catalogare tutti quei saperi, esperienze, pratiche e tradizioni che rappresentano le radici della cultura e dell’identità, ma anche l’indicazione di possibili progetti virtuosi e sostenibili per il futuro.

Il contrassegno “Presidio Slow Food Piparelle di Villa San Giovanni” è applicato a prodotti rari ed eccellenti a rischio di estinzione e garantisce che i suoi produttori rispettino un disciplinare di produzione improntato al rispetto della tradizione e della sostenibilità ambientale.

Il presidio Sloow food Presidio Slow Food – Associazione “Produttori di Piparelle Villa San Giovanni”

La comunità dei pasticcieri di Villa San Giovanni ha dato vita a un Presidio Slow Food con l’obiettivo di far conoscere la tradizione delle piparelle e di definire, attraverso un disciplinare di produzione, le caratteristiche degli ingredienti (farina di grano coltivato in Calabria o a livello nazionale, miele di apicoltori della provincia di Reggio Calabria, mandorle provenienti da Calabria, Sicilia o Puglia, olio essenziale di arancia calabrese) e la tecnica di lavorazione. L’impegno di tutti è rivolto infatti a evitare l’industrializzazione del processo produttivo con la conseguente perdita delle caratteristiche artigianali e tradizionali e il ricorso a materie prime non locali o di bassa qualità. Tra gli obiettivi c’è anche un passo avanti ulteriore per migliorare la filiera produttiva, arrivando a usare esclusivamente ingredienti regionali.

Il progetto “Presidi” di Slow Food nasce per il recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall’omologazione. I Presidi Slow Food istituiti in Italia ad oggi sono 388, coinvolgono piccoli produttori tra contadini, pescatori, norcini, pastori, casari, fornai, pasticceri e costituiscono esempi concreti e virtuosi di un nuovo modello di agricoltura, basata sulla qualità, sul recupero dei saperi tradizionali, sul rispetto delle stagioni, sul benessere animale.

I Presìdi Slow Food non rappresentano solo eccellenze gastronomiche, ma sono un progetto culturale, ambientale, economico e sociale che si pongono, tra gli altri, il supporto dei produttori a proseguire la propria attività, favorendo il contatto con i consumatori interessati alla qualità e disponibili a pagare un prezzo equo e remunerativo. Tra i fini prefissati la creazione di un chiaro meccanismo di identificazione dei produttori che accettano di condividere un percorso di qualità, sottoscrivendo un disciplinare di produzione e la promozione di nuove sperirmentazioni, incentivare la produzione e individuare nuovi canali per la commercializzazione dei prodotti di qualità (dalla creazione di micro mercati a progetti di marketing e di comunicazione).

Il presidio “Piparelle di Villa San Giovanni” è stato presentato anche a Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, lo scorso 15 marzo. Si tratta di un prodotto gastronomico identitario del territorio reggino, salvaguardato e valorizzato anche grazie all’impegno dell’Ente, promotore istituzionale, che ha affiancato i produttori coinvolti da Slow Food. Con l’acquisizione delle funzioni della Città metropolitana si spera che si possa perfezionare sempre di più questo progetto.

Le Piparelle, la storia

Le piparelle di Villa San Giovanni sono biscottini secchi e profumati che si producono da oltre un secolo nella città di Villa San Giovanni, un comune calabrese della Costa Viola, affacciato sullo Stretto di Messina. Simili agli omonimi dolci messinesi, si differenziano per il taglio sottile, la quantità di mandorle nell’impasto, l’uso più parsimonioso delle spezie e l’assenza di alcune di queste (ad esempio del pepe, che invece spesso compare nella ricetta siciliana). Le piparelle, si pensa, prendano il nome dal metodo di cottura che un tempo avvenivano in stufe a legno che fumavano come pipe.

Furono i fratelli Antonio e Paolo Strati, maestri dolciari della cittadina dello stretto, che ne avviarono la produzione a inizio ’900. Negli anni successivi altri pasticceri, come Domenico Adamo, Carmelo Ventre, Federico Polistena, Antonio Bellantone e Pietro Greco, iniziarono a produrle regolarmente, conservando nel tempo una tradizione dolciaria che caratterizza ancora oggi la comunità locale.

Gli ingredienti delle piparelle sono semplici. Occorre impastare prima le mandorle, lo zucchero, miele mille fiori o di arancio. Si aggiungono quindi spezie come cannella e chiodi di garofano, e si profuma con olio essenziale di arancio ed infine si aggiunge farina di frumento. Con l’impasto si forma un filoncino di circa 500 grammi e si inforna ad una temperatura di 180° per 35/40 minuti. Il giorno successivo si passa al taglio a mano del filoncino, con un coltello, – ottenendo così delle fettine sottili di quattro millimetri, un passaggio difficilissimo, perché occorre grande maestria affinché la fettina rimanga uniforme e non si spezzi a causa dei frammenti di mandorle presenti al suo interno. Infine, i biscotti così tagliati, si infornano nuovamente a 65 gradi per 10, 12 ore.
Le piparelle di Villa San Giovanni si gustano da sole, oppure accompagnano un buon vino passito, un caffè o un tè.