Sciolto per mafia. A otto mesi dal suo insediamento, la terna prefettizia ha deliberato l’affidamento del Comune di Scilla a una commissione straordinaria. Nell’agosto scorso il viceprefetto Eugenia Salvo e due ufficiali dei carabinieri, il tenente colonnello Massimo Galasso e il capitano Giovan Battista Marino entravano nelle stanze e scandagliavano le carte del municipio scillese. A comunicarlo è il notiziario regionale TG3.
«La decisione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Per Palazzo Chigi la commissione prefettizia insediata nell’agosto del 2022 ha “accertato i condizionamenti della criminalità organizzata”».
Ora la decisione, notizia il TG3, «i condizionamenti della criminalità organizzata nella gestione del comune reggino sono accertati, si legge nella nota di Palazzo Chigi. Niente archiviazione, per Scilla iniziano i 18 mesi di commissariamento previsti dalla misura di prevenzione straordinaria introdotta nel 1991 per contrastare le infiltrazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni. Poi si andrà a nuove elezioni».
«Una storia accidentata quella del comune di Scilla negli ultimi anni, che aveva già subito uno scioglimento nel 2018. Ai tempi era sindaco Pasqualino Ciccone, poi rieletto con consenso plebiscitario. Due anni dopo l’operazione Nuova Linea della distrettuale antimafia di Reggio Calabria travolge i vertici dell’amministrazione comunale, primo cittadino compreso. A Ciccone la procura contesta lo scambio elettorale politico mafioso, il prefetto di Reggio Massimo Mariani propone all’allora ministra dell’interno Lamorgese l’invio della commissione d’accesso agli atti che la titolare del Viminale concede. Ciccone si dimette e con lui la giunta, la terna prefettizia si mette al lavoro. Fino a ieri, quando arriva la comunicazione di Palazzo Chigi: il ministro intanto è cambiato, è Matteo Piantedosi a firmare lo scioglimento del comune di Scilla».