La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha sequestrato 130 delle 170 opere esposte nella mostra Pop to Street Art: Influences, organizzata dall’Accademia di Belle Arti e distribuita in tre sedi: Palazzo della Cultura “Crupi,” Museo Archeologico Nazionale, e la stessa Accademia.
L’indagine, affidata ai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, riguarda la possibile falsificazione delle opere, anche se la magistratura mantiene il massimo riserbo. Le opere, che spaziano da disegni a litografie e serigrafie, includono riferimenti a figure di spicco come Keith Haring e Banksy, e celebrano l’influenza della Pop Art sulla Street Art.
La mostra, inaugurata il 20 luglio e inizialmente prevista fino al 3 novembre, era stata prorogata fino a gennaio 2025 a causa dell’elevata affluenza. Ora, a seguito del sequestro, è stata chiusa anticipatamente. Il direttore dell’Accademia, Piero Sacchetti, ha dichiarato che l’istituzione è parte lesa, confermando che ogni opera esposta era corredata da certificati di originalità e che l’evento era assicurato per 2 milioni di euro. Sacchetti ha sottolineato la disponibilità della Scuola a collaborare con le autorità e, se necessario, avvierà azioni legali per tutelare l’immagine dell’Accademia.
La Procura di Reggio Calabria ha chiarito che questa indagine è indipendente dall’operazione Cariatide condotta recentemente a Pisa, che aveva portato al sequestro di 2.100 opere sospette di falsificazione.
L’evento ha segnato un momento importante per la scena culturale calabrese, attirando visitatori da tutta Italia e ospitando opere di artisti iconici della Pop Art e della Street Art internazionale. Tuttavia, questo sequestro mette in luce le sfide legate alla certificazione e all’autenticità nel mondo dell’arte contemporanea.