Il Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro della strategia infrastrutturale del governo. Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e Vicepremier, ha annunciato che il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess) approverà entro dicembre 2024 il progetto definitivo, passaggio essenziale per avviare i lavori nel 2025. Salvini ha descritto il ponte come un’opera cruciale per unire il Paese da Palermo a Bolzano, superando decenni di stallo politico e controversie tecniche.
Per finanziare questa fase, è stata autorizzata la riallocazione di 6,1 miliardi di euro dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2021-2027, di cui 1,6 miliardi già assegnati a Sicilia e Calabria. Tuttavia, la decisione ha suscitato reazioni negative da parte della Ragioneria Generale dello Stato, preoccupata per l’impatto sui conti pubblici e per i rischi di sforamento dei vincoli di spesa europei. L’opera complessiva è stimata in 13,5 miliardi di euro, una cifra che potrebbe aumentare a causa delle incertezze nei costi dei materiali e nei tempi di realizzazione.
Non mancano critiche anche dalla società civile. Comitati e associazioni contestano l’opera per motivi ambientali e per il suo presunto scarso rapporto costi-benefici. Salvini ha replicato definendo il ponte “un moltiplicatore di sviluppo” destinato a cambiare in meglio il futuro del Sud Italia.
Il progetto mira a completare l’infrastruttura entro il 2032, con l’avvio del traffico previsto nella stessa data. Intanto, nel 2025 partiranno le prime attività operative, inclusi espropri e preparativi sul territorio.
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