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Ponte sullo Stretto: Valutazioni mirate per le abitazioni soggette a espropri a Villa San Giovanni

Caminiti: «Raggiunto accordo per valutazione caso per caso»

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina continua a fare progressi, con un nuovo accordo sui complessi espropri in programma a Villa San Giovanni, in Calabria.

Dopo un incontro operativo tra il sindaco di Villa aSan Giovanni, Giusy Caminiti, e l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, si è confermata una politica di attenzione verso i cittadini coinvolti, valutando soluzioni “su misura” per limitare l’impatto sociale del progetto.

La discussione ha riguardato le circa 150 abitazioni potenzialmente soggette a esproprio, di cui 50 sono prime case. Caminiti ha sottolineato l’importanza di una valutazione personalizzata: l’approccio consentirà di decidere caso per caso, tentando di evitare espropri ove possibile, ad esempio quando la costruzione non richieda la demolizione diretta di un’abitazione. Per i casi inevitabili, l’accordo prevede comunque un dialogo continuo per individuare indennizzi adeguati e soluzioni di rilocazione, garantendo trasparenza e rispetto delle normative vigenti. 

L’amministratore delegato Ciucci ha assicurato che la Stretto di Messina sta mantenendo un rapporto aperto con le amministrazioni locali, con un’attenzione specifica per gli impatti su proprietà e abitanti, per ridurre al minimo il disagio e garantire compensazioni in tempi ragionevoli. Questo nuovo piano di gestione degli espropri si inserisce in un protocollo d’intesa rivisto rispetto al passato, con il coinvolgimento dei comuni di Messina e Villa San Giovanni e delle principali associazioni di categoria.

Caminiti ha anche espresso la preoccupazione della comunità riguardo a potenziali conseguenze sul territorio, dalla vivibilità urbana all’effetto sull’economia e l’ambiente. Tuttavia, l’avvio dei lavori, una volta conclusi i piani definitivi, potrebbe rappresentare un importante passo avanti per la regione, con attenzione a evitare che l’opera resti incompiuta.