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Ponte sullo Stretto: Preoccupazioni Ambientali e Sismiche nei Documenti Parlamentari per le faglie attive a Villa San Giovanni

Angelo Bonelli, Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, solleva dubbi sulle criticità geologiche e sismiche del progetto

Il 20 febbraio 2024, la Società Stretto di Messina S.p.A. ha formalizzato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e al Ministero della Cultura (MIC) una richiesta di avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il Ponte sullo Stretto.

Questo processo include la valutazione di incidenza ambientale e la verifica del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, così come richiesto dal quadro normativo italiano.

Dopo una prima revisione tecnica da parte della CT VIA-VAS, avvenuta il 15 aprile 2024, la Stretto di Messina S.p.A. ha fornito documentazione integrativa a settembre. Ora, la Commissione di valutazione sta esaminando questi materiali, ma il Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha espresso preoccupazione per le possibili implicazioni ambientali e sismiche.

Rischi geologici e sismici: faglie attive nella zona del ponte

Uno degli aspetti più critici riguarda il rischio geologico e sismico legato alla posizione progettuale del ponte. Studi recenti, incluso il catalogo ITHACA dell’ISPRA, evidenziano la presenza di faglie attive come quelle di “Porto Salvo”, “Cannitello”, “Pezzo”, “Piale” e “Commenda” nell’area di Villa San Giovanni, ove sono previste le fondamenta del pilone principale del ponte.

Le Linee Guida per la Gestione del Territorio in aree con Faglie Attive e Capaci stabiliscono che nessuna edificazione permanente può essere effettuata entro 160 metri da una faglia attiva. Tuttavia, la distanza prevista dal progetto tra il pilone e la faglia Cannitello è di circa 25 metri, ben al di sotto della soglia minima. Tale non conformità alle linee guida ministeriali pone seri dubbi sulla sicurezza strutturale del ponte e implicherebbe una rivalutazione tecnica del sito di fondazione.

Il rischio sismico e la Peak Ground Acceleration (PGA)

L’area dello Stretto di Messina è notoriamente sismogenetica, con un potenziale di terremoti di magnitudo superiore a 7 Mw. Nonostante ciò, la documentazione tecnica del progetto prevede una Peak Ground Acceleration (PGA) massima di 0,58 g, basata sui parametri normativi. Tuttavia, eventi sismici italiani recenti, come quelli dell’Aquila (2009) e Amatrice-Norcia (2016), hanno registrato accelerazioni di picco superiori, arrivando fino a 0,95 g. Secondo il Presidente dell’INGV, Prof. Carlo Doglioni, un terremoto nell’area dello Stretto potrebbe generare PGA fino a 1,5-2 g.

Bonelli, parlamentare della Alleanza Verdi e Sinistra, ritiene che il valore normativo adottato di 0,58 g sottovaluti il reale potenziale sismico della zona e che una progettazione più prudente e sicura dovrebbe tenere conto di PGA più elevate, superando i requisiti normativi per garantire la sicurezza.

La posizione del Ministero e i prossimi sviluppi

Nella recente Commissione parlamentare, il Ministero delle Infrastrutture ha risposto alle richieste di chiarimento affermando che numerosi studi geologici e sismici, condotti con il supporto di istituti di ricerca, confermano la validità del progetto. Tuttavia, le preoccupazioni del Gruppo Verdi e Sinistra sono state ribadite: il rischio che la PGA prevista non sia adeguata potrebbe comportare una mancata protezione delle vite umane e delle infrastrutture in caso di sisma.

In sostanza, l’Alleanza Verdi e Sinistra chiede ulteriori verifiche e l’applicazione del principio di precauzione, anche alla luce della sentenza della Corte di Cassazione sul sisma dell’Aquila, che sottolinea come i valori strumentali di PGA debbano riflettere le conoscenze scientifiche aggiornate, indipendentemente dal rischio “eccezionale”.