Tutta l’area di cantiere per il “Ponte sullo stretto” relativa ai punti di ancoraggio del pilone lato calabro coincide nell’area di totale inedificabilità indicata per legge, zona evidenziata in rosso. Lo documentano le mappe dell’ISPRA allegate alla relazione dell’Ing. Paolo Nuvolone (Comune di Villa San Giovanni), inviate al Ministero (MASE), lo scorso 30 maggio 2024.
Sul progetto ponte sullo stretto l’ing. per l’ambiente, fa riferimento a quanto elaborato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), un elaborato documentale nato dalle osservazioni espresse in data 10.04.2024, ed in particolare agli aspetti sismici, ricco di approfondimenti normativi e tecnici di dettaglio.
Con riferimento al territorio di Villa San Giovanni interessato dalle infrastrutture in progetto, riporta l’osservazione del professionista, relative sia alla struttura del Ponte, sia alle infrastrutture di collegamento, partendo dalle informazioni disponibili su ITHACA, si rileva la presenza delle seguenti faglie attive e capaci:
faglia “Porto Salvo” — codice faglia 37414;
faglia “Cannitello” — codice faglia 37400;
faglia “Pezzo” — codice faglia 37401;
faglia “Piale” — codice faglia 37310;
faglia “Commenda” — codice faglia 37313.
In particolare la faglia “Cannitello”, evidenzia Paolo Nuvolone, “è evidentemente associata ad un evento estremo i cui effetti sono visibili e peraltro ben documentato anche graficamente dopo la serie di eventi sismici del febbraio/marzo 1783.
Tale faglia è certamente localizzata nella zona di realizzazione della struttura portante del ponte in progetto, il Pilastro di Cannitello, alto circa 400 metri, le cui fondazioni è probabile ricadano almeno parzialmente nella ZRrac {Zona di Rispetto) dove è evidentemente escluso qualunque tipo di intervento edilizio”.
Nella relazione sono allegate le immagini satellitari con individuazione delle faglie elencate, tratte dal portale “ITHACA © ispra”.
Il Servizio Geologico d’Italia – ISPRA ha sviluppato il progetto ITHACA (ITaly HAzard from CApable faults), che sintetizza le informazioni disponibili sulle faglie capaci che interessano il territorio italiano.
Non si tratta di un consiglio, afferma l’ing. Nuvolone, “ma di un imperativo categorico fissato per legge per evitare tragedie come il terremoto dell’Aquila. Il devastante sisma, che ha provocato più di 300 morti, ha avuto origine da una faglia attiva, quella di Paganica, che si è improvvisamente svegliata devastando il territorio, densamente urbanizzato e mai messo in sicurezza.
Per questo, si è deciso di imporre una “fascia di attenzione” di duecento metri per lato, più che doppia rispetto al passato, quando la norma ne prevedeva a stento 75.
Complessivamente tutte le opere in progetto (strade, ferrovie, svincoli, pontile a mare), ricadono nelle tre zone sopracitate che presentano comunque limiti molto restrittivi. In questo scenario, al fine di una verifica sulla stessa fattibilità dell’opera, andrebbero quindi svolti approfondimenti preliminari, come peraltro già richiesto dalla commissione VIA”.