Un ponte ad una campata oscilla troppo nelle prove effettuate nella “Galleria del vento”, e sembrerebbe certa la tesi dell’Ing. Risitano:” il ponte sullo stretto ad una campata non è tecnicamente fattibile”.
Il ponte sullo stretto ha una campata centrale di 3.300 metri, il più lungo al mondo.
Dal filmato del Politecnico di Milano, dalla prova in galleria del vento si vede un modellino di un ponte ad una campata, con una struttura simile a quella del “Ponte sullo Stretto”, in questo caso si tratta di un ponte costruito in Turchia, dove si evince chiaramente che la struttura quando veniva investita dai venti oscillava troppo, e quindi, quasi certo, non è possibile costruire un ponte con una campata centrale di 3.300 metri, soprattutto nello stretto di Messina, una zona interessata dai venti che vengono accentuati “dall’effetto ad imbuto”.
Il progetto del ponte turco, un ponte autostradale e non ferroviario, è stato poi modificato apportando alla struttura un maggior numero di appoggi alla sede stradale, ovvero, sono state aggiunte altre campate. Un ponte ad una campata non era possibile costruirlo perché i venti portavano una completa instabilità alla struttura.
Le prove nella Galleria del vento di un ponte ad una campata
La Galleria del vento permette la simulazione dello strato limite terrestre riproducendo ampie porzioni di orografia ed è quindi particolarmente adatta per applicazioni di ingegneria del vento, su modelli in grande scala di strutture civili.
La particolare configurazione dello Stretto di Messina
La zona dello stretto di Messina risulta compresa tra due importanti sistemi montuosi: l’estremo lembo nord-orientale della catena dei Peloritani ed il Massiccio dell’Aspromonte, che con i 1955 m di Monte Cocuzza risulta il rilievo più elevato del sistema.
Questa particolare configurazione orografica esercita una marcata influenza sullo sviluppo delle locali condizioni del tempo, in quanto l’area dello Stretto si va restringendo, procedendo da sud verso il suo limite settentrionale; il che comporta una graduale accentuazione dell’effetto di imbuto, in quanto questa sorta di vero e proprio “tubo di Venturi” agisce sulle correnti aeree quando queste provengono dai quadranti meridionali, soprattutto nei bassi strati dell’atmosfera.
La catena dei Peloritani degrada dolcemente da Monte Scuderi (1253 m) ad Antennamare (1127 m), a Pizzo Chiarino (841 m) a Monte Ciccia (609 m) e Curcuraci (292 m), fino a Capo Peloro con modesti avvallamenti disposti perpendicolarmente alla costa, e questo comporta una graduale attenuazione dell’effetto schermante del rilievo montuoso nei riguardi dei venti di Ponente e Maestrale.
E’ facile quindi notare che questi venti quando spirano tra “moderato” e “forte”, mentre appaiono sensibilmente attenuati sotto la costa sicula a sud del centro abitato di Messina, si manifestano in tutta la loro energia procedendo verso Capo Peloro.
La particolare orografia dell’area, esalta gli effetti dei venti meridionali, di cui lo Scirocco è quello che spira con maggiore frequenza, oltre che il più importante per le condizioni meteomarine nell’ambito dello Stretto di Messina.
Fonte: http://atmosphera.weebly.com/climatologia.html
Le osservazioni di Risitano
“Resta così confermata l’affermazione iniziale, che il ponte progettato non è oggi fattibile e non lo sarà certamente per i prossimi decenni. E che Webuild lo sa e lo ammette nelle pagine 42- 43 del fascicolo PS0043 FO del progetto“. Questo, quanto affermato dal Prof. Risitano nelle Osservazioni inviate per la procedura di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) lo scorso 7 maggio 2024. Consulta le osservazioni dell’Ing. Risitano.