Search
Close this search box.
Categorie
News

Ponte sullo Stretto: L’ANAC boccia il Modus Operandi del Governo 

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha espresso diverse perplessità sul progetto del “Ponte sullo Stretto” di Messina, bocciando di fatto alcune scelte del governo.

Le principali criticità sollevate dall’Anac riguardano:

  • Mancanza di un progetto esecutivo completo: Secondo l’Anac, è necessario avere un quadro completo dell’opera prima di avviare i lavori, per evitare il rischio di oneri imprevisti e costi lievitati. Il governo, invece, ha optato per un approccio graduale, con la possibilità di procedere in step e senza un progetto definitivo.
  • Maggioranza dei rischi a carico del pubblico: L’Anac ha rilevato che la bozza di decreto assegna alla parte pubblica la maggior parte dei rischi connessi al progetto, mentre i privati godrebbero di ampie garanzie.
  • Scarsa trasparenza sui costi: L’Anac ha lamentato la mancanza di chiarezza sui costi complessivi dell’opera, che potrebbero subire forti aumenti nel corso della realizzazione.

In prima linea il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia, che già lo scorso anno aveva censurato la decisione di non mettere a gara l’opera spiegando che il decreto con cui Matteo Salvini ha resuscitato il ponte “facendo proprio il progetto dei privati del 2011 ha determinato una posizione di vantaggio del Contraente generale” Eurolink.

Durante le audizioni informali, Busia ha sottolineato che occorre “fissare un termine” per valutare “lo svolgimento dell’opera” e soprattutto che serve “un progetto esecutivo unitariamente considerato, altrimenti si rischierebbe di approvare singole fasi del progetto senza essere certi che queste fasi vadano a collegarsi l’una con l’altra”. In quel caso, “la parte pubblica finirebbe per prendere su di sé rischi che non le competono ed i costi potrebbero aumentare”, ha aggiunto, “oltre il limite fissato dalla normativa europea”, pari al 50% della spesa iniziale, cosa che obbligherebbe a fare la gara. “Non essendo chiaro il quadro complessivo”, il decreto “accentua il rischio di varianti progettuali, con il duplice rischio di dover rivedere quanto si è appena approvato e di veder lievitare i costi”. Busia ha infine anche chiesto di “ripristinare e tenere conto del parere del Consiglio di Stato“.

Oltre alle criticità sopracitate, l’Anac ha sollevato anche dubbi sulla sostenibilità economica del progetto e sul rispetto delle norme anticorruzione.

In sintesi, l’Anac ha bocciato il metodo con cui il governo intende realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, chiedendo maggiore chiarezza, garanzie per la parte pubblica e un progetto esecutivo completo prima dell’avvio dei lavori.