L’ambizioso progetto del “Ponte sullo Stretto di Messina” richiede non solo ingenti risorse economiche e ingegneristiche, ma anche una attenta pianificazione delle risorse idriche in un territorio spesso soggetto a stress idrico.
Nella documentazione integrativa richiesta dalla Commissione VIA – VAS del Ministero dell’ambiente (MASE), nel dettaglio, all‘interrogazione “VIA 50”, si chiedeva alla Stretto di Messina di aggiornare e dettagliare i quantitativi di risorsa idrica necessari per le attività previste nelle attività di cantiere per la realizzazione di tutti gli interventi progettuali, individuando in dettaglio le fonti di approvvigionamento utilizzabili e analizzando e valutando eventuali possibili misure di riutilizzo delle acque, nel rispetto degli strumenti di pianificazione e programmazione delle risorse idriche dei diversi ambiti territorialmente interessati.
Il riscontro, alla luce delle integrazioni richieste alla Stretto di Messina S.p.A., e inviate dalla società al ministero lo scorso 12 settembre, il documento evidenzia “che è stato eseguito uno studio approfondito, condotto in linea con i piani d’ambito del servizio idrico integrato delle due ATI, Calabria e Sicilia, una serie di soluzioni innovative e sostenibili, per garantire l’approvvigionamento idrico senza compromettere le esigenze della popolazione locale”.
Le analisi condotte, presenti nel documento integrativo, hanno evidenziato un ventaglio di opzioni che consentono di soddisfare la richiesta idrica dei cantieri senza gravare sulle risorse idropotabili attualmente disponibili. Le soluzioni progettuali, infatti, – secondo la società – sono state sviluppate con una visione di lungo periodo, al fine di garantire non solo i fabbisogni del cantiere, ma anche di soddisfare, in parte, le esigenze già esistenti e, una volta completati i lavori, di restare a servizio del territorio.
Sul versante calabro, in particolare, sono state individuate le seguenti soluzioni:
- Nuovo pozzo a Catona: La realizzazione di un nuovo pozzo all’interno del campo pozzi di Catona consentirebbe di integrare la risorsa idrica attualmente disponibile nell’acquedotto Catona con un ulteriore surplus di almeno 10 litri al secondo di risorsa potabile. Il potenziamento del sollevamento esistente verso il serbatoio Santa Trada garantirebbe una distribuzione efficiente dell’acqua.
- Impianto di potabilizzazione a Favazzina: Il trattamento delle acque rilasciate dalla centrale idroelettrica Favazzina e la loro immissione nell’adduttore principale Catona, attraverso una nuova interconnessione, rappresentano un’ulteriore opzione per aumentare la disponibilità idrica.
- Trattamento delle acque reflue depurate: La realizzazione di un sistema di trattamento e affinamento delle acque trattate dal depuratore “Cannitello” consentirebbe di recuperare fino a 30 litri al secondo di risorsa per solo uso industriale, contribuendo così alla riduzione dello spreco idrico.
Tempi di realizzazione
I tempi di progettazione, approvazione e realizzazione delle opere previste per l’approvvigionamento idrico dei cantieri del ponte sullo Stretto di Messina, sono assolutamente coerenti con le fasi realizzative e non determinano alcun allungamento dei tempi. In particolare, si sottolinea che tra le diverse ipotesi analizzate, in un’ottica di ridondanza e anche al fine di seguire l’evoluzione temporale del cantiere, sono state individuale come soluzioni ottimali, dichiara la Stretto di Messina.
Riferimenti documentali – Stretto di Messina S.p.A.
Codice documento: AMW3252
Revisione: A
Data: 06/09/2024.