Il seguente testo si basa sul comunicato stampa ufficiale pubblicato dalla società Stretto di Messina S.p.A., relativo agli aggiornamenti e chiarimenti sul progetto del ponte sullo Stretto di Messina.
Nel comunicato, datato 22 gennaio 2025, la società affronta diversi aspetti tecnici, normativi e operativi dell’opera, con particolare attenzione alla sicurezza sismica, alla navigabilità, alle caratteristiche progettuali e ai costi sostenuti. La fonte è disponibile presso la sezione comunicati ufficiali di Stretto di Messina S.p.A..
1. Costi e investimenti sostenuti:
Dal 1981, la società Stretto di Messina Spa ha investito circa 300 milioni di euro per studi di fattibilità, progettazione e attività legate al riavvio dei lavori nel 2023. Il costo è in linea con gli standard internazionali per opere di questa complessità.
2. Le 68 prescrizioni del Comitato Scientifico:
Le osservazioni del Comitato Scientifico non contraddicono il parere positivo sul progetto, ma richiedono approfondimenti tecnici in fase esecutiva. La progettazione del ponte continua ad essere una delle più studiate al mondo, con aggiornamenti costanti.
3. Franco navigabile e sicurezza del transito navale:
Il ponte, con un’altezza di 72 metri sul livello del mare, garantisce la navigabilità in linea con le norme internazionali. Non sono previsti impatti sul traffico navale, come dimostrato dall’analisi del traffico nello Stretto e dal confronto con altri ponti internazionali.
4. Sistema di sospensione e cavi:
La struttura prevede l’uso di quattro cavi principali, una soluzione adottata con successo in altri ponti sospesi internazionali. Nuovi acciai e tecnologie metallurgiche renderanno il ponte più resistente senza necessità di rifare il progetto.
5. Progettazione esecutiva per fasi:
La fattibilità tecnica è stata già accertata e il passaggio alla progettazione esecutiva mira a ottimizzare i tempi e i costi, rispettando le best practice internazionali.
6. Collaborazione con INGV:
Per quanto concerne l’INGV si sottolinea che non esiste alcun dettato normativo che preveda una “validazione” da parte dell’Istituto. Al riguardo si ricorda che ricercatori dello stesso Istituto hanno collaborato con il Contraente Generale Eurolink sia nella fase di redazione del Progetto definitivo del 2011, sia nel recente aggiornamento. Tale recente aggiornamento è stato sviluppato da ricercatori INGV non “a titolo personale” ma in attuazione di un accordo scientifico tra l’INGV, il Dipartimento Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma e il Contraente generale Eurolink. In particolare, tali attività hanno riguardato la ulteriore definizione nel dettaglio del quadro geosismotettonico, non solo mediante analisi bibliografiche, ma anche mediante rilievi in sito, prospezioni geosismiche, sondaggi geognostici. Giova ricordare, come ha espressamente dichiarato Eurolink, anche a mezzo stampa, che l’accordo citato è stato firmato dal Presidente dell’INGV e pertanto l’Istituto non può dissociarsi dai contenuti emersi dalla ricerca svolta.
7. Sicurezza sismica e resistenza:
Il ponte è progettato per resistere a terremoti estremamente rari, come quello del 1908, con margini di sicurezza superiori alle norme vigenti (NTC18). Gli spettri di progetto sono più cautelativi rispetto agli eventi sismici italiani recenti e ai terremoti internazionali considerati.
8. Computo metrico:
Aggiornato al 2023, il computo metrico stima il costo dell’opera a 13,5 miliardi di euro.
9. Ricorso al TAR:
Le amministrazioni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni hanno rinunciato alla fase cautelare del ricorso, confermando l’assenza di urgenza per la sospensione del parere VIA.
10. Faglia Cannitello
I punti di contatto con il terreno del ponte sullo Stretto di Messina sulla base degli studi geosismotettonici eseguiti, sono stati individuati evitando il posizionamento su faglie attive.
In particolare per quanto riguarda le faglie di Cannitello e di Pezzo presenti nel catalogo ITHACA, occorre precisare che l’Inventario delle Faglie Attive e Capaci in Italia (Catalogo ITHACA a cura di ISPRA) è un prodotto di sintesi a carattere meramente bibliografico che, come specificato nel disclaimer del catalogo stresso, “fornisce una prima indicazione sull’eventuale presenza di faglie attive e capaci in un determinato territorio, ma non può essere utilizzato per la loro caratterizzazione di dettaglio”. Lo stesso disclaimer rimanda per un maggiore approfondimento alle banche dati specifiche, in particolare, al DISS (Database of Individual Seismogenic Sources) nel quale le faglie di Cannitello e Pezzo non sono censite, in quanto non in grado di generare terremoti.
Quindi il Catalogo ITHACA può rappresentare uno strumento conoscitivo per un approccio preliminare alla progettazione, ma non è strumento idoneo alla progettazione vera e propria che, come da raccomandazioni ISPRA, deve essere preceduta da approfondimenti sul campo mediante indagini ed esami in sito, soprattutto per opere di una certa rilevanza. Ed è esattamente ciò che ha fatto Stretto di Messina, con studi geologici approfonditi in tutte le fasi progettuali, fino ai recenti ultimi aggiornamenti, compresi quelli effettuati in riscontro alle richieste della commissione VIA, nel 2024.
Per quanto riguarda le cosiddette faglie Cannitello-Gioia Tauro e Pezzo (ID 37400 e 37401 del DataBase), va sottolineato che le stesse, come riportato da ITHACA, sono identificate da studi svolti nel 1983 e nel 1994, quindi molto datati, ampiamente superati dagli studi, ben più dettagliati, svolti per conto della Stretto di Messina durante la progettazione preliminare e definitiva, e recentemente aggiornati. In particolare i dati sulla presenza di queste (presunte) faglie sono stati superati dalle dettagliate campagne di indagini svolte successivamente, in fase di redazione del Progetto Definitivo (2011); campagne che hanno visto l’esecuzione di circa 400 indagini geologiche, geotecniche, sismiche oltre a rilevamenti puntuali.
In conclusione, per quanto sopra descritto e comunque riportato nei più recenti aggiornamenti progettuali, il posizionamento delle Fondazioni della torre lato Calabria su sistemi di faglie attive non è supportato da alcuna evidenza scientifica, così come già studiato ed escluso nei documenti del progetto del Ponte, dal preliminare ad oggi. Viene pertanto rispettato quanto richiesto dalle Linee guida per la gestione del territorio, in aree interessate da Faglie Attive e Capaci (FAC), del Dipartimento della protezione civile.
11. Sisma e accelerazione
Si premette che la definizione dell’azione sismica per il progetto del Ponte è stata oggetto di grandissima attenzione sin dalle fasi iniziali degli studi di progettazione, considerata la particolarità dello Stretto di Messina sotto il profilo delle problematiche geosismotettoniche.
Come noto l’energia liberata da un terremoto in un sito (magnitudo) è strettamente legata alle dimensioni delle strutture tettoniche (faglie) lì presenti e gli studi eseguiti per lo Stretto di Messina hanno concluso che le strutture sismogenetiche presenti possono dare luogo a eventi sismici di magnitudo non superiori a magnitudo 7,1 Richter.
Il Ponte sullo Stretto è stato pertanto progettato per resistere, con margine sicuro, al più forte sisma attendibile nell’area dello Stretto, cioè un evento simile al terremoto di Messina del 1908, classificato da studi pubblicati sulle riviste più autorevoli del settore, come un evento estremamente raro la cui probabilità di accadimento resterà molto bassa per svariati secoli (il periodo di ritorno è infatti stato determinato in 1500-2000 anni). Qualora il Ponte fosse investito da un terremoto così raro non subirebbe alcun danno, poiché le sue strutture sono state progettate per rimanere in campo elastico, mantenendo ulteriori margini di resistenza anche oltre la soglia prevista.
Il progetto del Ponte sullo Stretto è redatto secondo criteri e parametri di resistenza sismica che sono definiti in relazione al ponte e più severi rispetto a quelli previsti dalla vigente Normativa per le Costruzioni del 2018 (Decreto Ministeriale 17 gennaio 2018, in breve NTC18).
Va immediatamente detto che i dati esposti relativamente alle accelerazioni massime al suolo (PGA, Peak Ground Acceleration) di eventi sismici recenti italiani, come pure l’affermazione che sono attese accelerazioni puntuali anche superiori, sono tutti aspetti ben noti nello stato dell’arte nazionale e internazionale, in larga parte connessi al progresso delle conoscenze e delle rilevazioni strumentali di eventi sismici che, in Italia come nel mondo, sono disponibili in misura sempre più ampia.
Le NTC18 prevedono nella zona di Messina accelerazioni che vedono valori massimi di 0.42g. Il progetto del Ponte sullo Stretto è redatto con il valore di 0,58g, e quindi significativamente superiore a quanto previsto dalle NTC18.
È necessario precisare che il parametro PGA non è assolutamente significativo dal punto di vista progettuale, e ciò è ormai riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, tanto che nelle nuove normative europee in corso di definizione (aggiornamento eurocodici), tale valore non viene minimamente preso in considerazione.
Per valutare la sicurezza simica di un’opera occorre invece caratterizzare in modo approfondito il moto del suolo e a tale fine è necessario valutare come l’oscillazione del terreno avviene durante l’evento sismico e come la struttura, che pure ha sue caratteristiche di oscillazione, risponde al moto del suolo.
Confrontando gli spettri di progetto delle NTC18 e quelli dei “Fondamenti Progettuali” del Ponte, per un identico periodo di ritorno di 2000 anni, risulta che quelli per il progetto del ponte siano largamente superiori, e quindi più cautelativi, in tutta la zona di interesse.
Dall’analisi di dettaglio dello spettro di progetto risulta che la massima accelerazione raggiunge valori molto elevati e pari a 1,5 g per periodi di oscillazione tra 0,1 e 0,65 secondi, di minimo interesse per il Ponte; il Ponte invece risponde ai terremoti con oscillazioni di periodo molto maggiore (circa 3 secondi per le torri e 30 secondi per l’impalcato), ai quali corrispondono accelerazioni molto inferiori (circa 0,4g per le torri e 0,002g per l’impalcato). Da queste considerazioni si intuisce il motivo per il quale i fondamenti progettuali del ponte sono largamente cautelativi.
Gli studi svolti a seguito degli approfondimenti richiesti dalla Commissione VIA nella fase istruttoria hanno inoltre permesso di svolgere una ulteriore valutazione scientifica rigorosa e aggiornata basata su modelli di sorgente regionali, nella quale si è tenuto esplicitamente conto della eventualità che lo Stretto di Messina possa essere in area epicentrale. I valori ottenuti con varie ipotesi e modelli sono sempre inferiori rispetto alle azioni sismiche di progetto, dimostrando che le corrispondenti scelte sono cautelative e restano tali anche alla luce delle conoscenze scientifiche più recenti.
Anche confrontando lo spettro del terremoto di progetto con lo spettro dei terremoti citati (L’Aquila, Amatrice), risulta che ai periodi significativi per il ponte i valori di accelerazione considerati nel progetto sono molto più cautelativi di quelli registrati.
Infine, come previsto dalla Relazione del Progettista redatta secondo quanto previsto dalla L. 26/5/2023 n. 58, nell’ambito dell’aggiornamento degli studi geosismotettonici previsti per il Progetto Esecutivo, lo studio già eseguito nel Settembre 2024 per conto di Eurolink dall’Università degli Studi Federico II di Napoli ha confermato, sulla base delle attuali informazioni, la cautelatività dello spettro di progetto e della PGA di 0,58g adottati per il Ponte.
In altre parole, il Ponte sullo Stretto ha caratteristiche intrinseche ed è progettato con azioni sismiche e criteri che ne fanno una delle strutture sismicamente più sicure in Italia e nel mondo, sulla base del più moderno stato dell’arte tecnico scientifico internazionale.