La relazione geologica riguardo l’opera “Ponte sullo stretto” della città di Villa San Giovanni dopo uno studio di approfondimento, evidenzia la faglia attiva tra la chiesa di Pezzo e la chiesa di Cannitello, dove sorgerà il pilone del Ponte sulla sponda calabra. Tra qualche giorno la relazione verrà inoltrata alla Commissione di Via. A comunicarlo è il Sindaco, Giusy Caminiti.
“Aspettiamo a giorni la relazione geologica che inoltreremo alla Commissione di Via, — riporta la nota del primo cittadino — “così come anticipato durante l’incontro informale, ma istituzionale, tenutosi la scorsa settimana in occasione della visita da parte del Presidente Atelli, della Vice Presidente Brambrilla, della Segretaria della Commissione di Via Professoressa Di Giorgi e anche della Responsabile Scientifica Professoressa Pasca.
In quell’occasione, infatti, io assieme alla Presidente del Consiglio Comunale Caterina Trecroci e al responsabile dell’ufficio tecnico Architetto Foti abbiamo anticipato alla Commissione di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente che avremmo presentato un approfondimento sulle faglie sismiche presenti nell’area di realizzazione dei pilastri, ma anche del blocco di ancoraggio dell’Opera Ponte sullo Stretto; questo perché già nelle osservazioni depositate, così come previsto lo scorso 13 aprile alla scadenza dei 30 giorni previsti dalla conferenza dei servizi per la valutazione di impatto ambientale, tra le nostre osservazioni era contenuta un’osservazione specifica su quello che era l’alto rischio rappresentato dalla presenza delle faglie nel nostro territorio“.
Abbiamo espressamente fatto riferimento, in quella osservazione, — prosegue il Sindaco — “al terremoto del 1783 e alla faglia sismica derivata da quel terremoto devastante, fortissimo accompagnato da un maremoto. Da quel momento è partito anche un studio di approfondimento geologico, che sta conducendo l’ingegnere Paolo Nuvolone, ingegnere adottivo a Villa San Giovanni che sta collaborando con l’amministrazione, il primo sottoscrittore del patto di collaborazione gratuita con i professionisti che ha votato il consiglio comunale di questa città”.
“L’ingegnere Paolo Nuvolone, assistito da due colleghi geologi, ha studiato le tavole isprar in maniera tale da evidenziare le faglie esistenti nei luoghi in cui viene immaginato di posizionare il Ponte, precisamente sulla costa e quindi in corrispondenza dei 400 metri compresi tra la chiesa di Pezzo e la chiesa di Cannitello, che dovrebbero essere il luogo fisico di posizionamento del pilone del Ponte, ma anche un’altra faglia che attraversa il territorio di Villa San Giovanni in direzione mare monti, una faglia che arriva fino a Piale e attraversa anche il sito dove dovrebbe sorgere il blocco di ancoraggio, ossia il sito di Forte Beleno, un sito rispetto al quale c’è massima attenzione da parte del Ministero dei Beni Culturali e della Sovraintendenza, ma anche massima preoccupazione da parte della città di Villa San Giovanni e di questa Amministrazione Comunale. Non smetteremo mai di dire che Forte Beleno è patrimonio di questa città, un forte Murattiano del 1888 che rischia di essere cancellato dal blocco di ancoraggio del Ponte”.
“Ancora più preoccupati per quanto detto il 16 aprile dall’amministratore delegato Pietro Ciucci, secondo cui, se e quando mai dovessero partire i lavori di cantierizzazione successivi ovviamente ad una eventuale approvazione da parte della delibera Cipes, i primi due siti interessati saranno appunto il campo base a Santa Trada e purtroppo Forte Beleno per blocco di ancoraggio, senza dimenticare che proprio su quel sito c’è un finanziamento già ottenuto, un pnrr con progetto già realizzato, aggiudicazione dei lavori già realizzata, che rischia di andare perduto per questo avvio della procedura relativa al Ponte sullo Stretto.
Chiaramente quando l’ingegnere Nuvolone ci farà pervenire la sua relazione, noi la invieremo alla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale, a cui appunto l’abbiamo annunciata, che ringraziamo per l’alto livello di attenzione che ha dimostrato e sta dimostrando di prestare verso questo territorio”, conclude Giusy Caminiti.
Il satellite conferma la faglia del sisma del 1908
Studio di Giovanni Barreca, ricercatore di Geologia strutturale del dipartimento di Scienze Geologiche ed Ambientali dell’Università di Catania.
I dati satellitari interferometrici resi disponibili dal consorzio Copernicus rappresentano l’avanguardia della tecnologia di telerilevamento spaziale e, grazie alle elaborazioni InSAR (Sintetic Aperture Radar Interferometry), riescono a catturare in un intervallo di tempo specifico (2018-2022) i movimenti orizzontali e verticali del suolo con precisione millimetrica e sull’intero continente europeo.
Puntando l’occhio sullo Stretto di Messina, — riporta il documento — i dati sul movimento del suolo mostrano chiaramente come il settore calabro compreso tra Cannitello, Villa San Giovanni e Campo Calabro – dove presumibilmente sorgerà il pilone calabro del ponte – è in sollevamento, mentre quello a sud del torrente Catona (Gallico, Catona) è in abbassamento con tassi di movimento superiori ad 1,5 millimetri per anno.
Siamo quindi in presenza di un sistema tettonico molto complesso e conoscerlo è importante anche per prendere decisioni operative.