Il Tribunale delle Imprese di Roma ha rigettato il ricorso collettivo presentato da 104 cittadini contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, dichiarando l’istanza inammissibile per l’assenza di un progetto definitivo.
La sentenza, che rappresenta una svolta significativa nel lungo e controverso dibattito sull’opera, ha anche stabilito che i ricorrenti dovranno farsi carico di circa 240 mila euro di spese legali.
Il Ricorso
Il ricorso, definito dai media una sorta di “class-action” contro il ponte, è stato avanzato con l’obiettivo di bloccare il progetto nelle sue fasi iniziali, in attesa di approfondite valutazioni sugli impatti ambientali e sociali. Tuttavia, il Tribunale ha motivato la propria decisione sottolineando che l’assenza di un progetto definitivo rende impossibile giudicare nel merito le richieste presentate.
Contestualmente, il Tribunale ha respinto anche l’intervento di un gruppo di 139 cittadini favorevoli all’opera, mantenendo una posizione di equilibrio tra le parti.
Le spese legali
Oltre a dichiarare inammissibile il ricorso, il Tribunale ha condannato i 104 ricorrenti al pagamento delle spese legali a favore della Società Stretto di Messina S.p.A., pari a 340 mila euro complessivi. Inoltre, è stata respinta l’istanza per mantenere riservati i nomi dei ricorrenti.
Questa sentenza non pone fine alle controversie legali e politiche che circondano il Ponte sullo Stretto. L’assenza di un progetto definitivo, pur costituendo un ostacolo per l’attuale azione legale, non esclude che futuri ricorsi possano essere presentati se il progetto dovesse avanzare verso fasi più concrete.
Con questa sentenza, il Tribunale ha messo in luce la complessità del dibattito, sottolineando che, al di là delle opinioni contrastanti, il rispetto delle regole e la trasparenza del processo decisionale sono imprescindibili per il futuro dell’infrastruttura.