Il progetto del “Ponte sullo Stretto” a campata unica andrebbe comunque adeguato. Se non modificato, ovvero, se la Stretto di Messina SpA continua su questa direzione il progetto non è utilizzabile.
Lo ha riferito l’ex ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, in audizione alle Commissioni VIII Ambiente e IX Trasporti della Camera dei Deputati sull’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, appena tre anni fa, nell’agosto del 2021.
Le motivazioni dell’ex ministro Enrico Giovannini
Motivazioni tecniche: l’iter autorizzativo risulta incompleto. Per completarlo, occorrerebbe acquisire il parere favorevole del MITE e del MIC, procedere alla conclusione della Conferenza di Servizi c/o Il MIMS e avere l’approvazione del CIPESS. Inoltre, il progetto andrebbe adeguato all’attuale quadro normativo nazionale ed europeo (es. recente normativa sulla sicurezza in galleria; nuove norme tecniche di costruzione NTC2018); si ricorda inoltre che il progetto prevedeva la chiusura del ponte in presenza di particolari condizioni atmosferiche. Vuol dire che l’attraversamento dinamico, traghetti, mezzi veloci e trasporto ferroviario andrebbe comunque mantenuto.
Motivazioni ambientali: dall’esame del parere della Commissione Tecnica VIA/VAS del 15/03/2013, n. 1185, si evince che. in relazione al progetto delle parti variate sottoposto a procedura VIA, vi siano numerosi approfondimenti e chiarimenti su diversi aspetti. Per tali motivi la Commissione ha ritenuto di non poter esprimere parere sulla compatibilità ambientale delle parti variate del progetto;
Motivazioni economiche: la struttura finanziaria individuata all’epoca nel PEF si componeva di tre fonti di finanziamento: equity (34,4%): debito (52,3%); contributo pubblico (13,3%): per un totale di oltre 10 miliardi di euro. Data l’unicità dell’opera e il profilo di rischio, i costi del capitale di debito e dell’equity appaiono elevati rispetto ad altri schemi di finanziamento analoghi. Inoltre, il modello di project financing proposto appare non adeguato a causa di un probabile significativo canone di utilizzo a carico di RFI e ANAS che si tradurrebbe, sia pure in forma indiretta, in un finanziamento dell’intervento a carico del bilancio pubblico;
Motivazioni giuridiche: e confermata la legittimità della caducazione del rapporti convenzionali con il Contraente Generale. Al di là delle problematiche tecniche, occorrerebbe un intervento legislativo specifico per riprendere il rapporto contrattuale. Inoltre, la stazione appaltante società Stretto di Messina S.p.A. è stata posta in liquidazione, liquidazione che potrebbe essere revocata. Alternativamente, qualunque soggetto giuridicamente qualificato potrebbe assumere la funzione di stazione appaltante.