La Procura di Roma ha avviato un’indagine sulla più grande stazione appaltante del Paese, l’Anas, per presunti episodi di corruzione. Secondo le accuse, alcuni dirigenti della società avrebbero fornito informazioni riservate sulle gare d’appalto in cambio di promozioni e favori. L’inchiesta ha portato alla luce un sistema di connessioni e influenze che ruota attorno alla Inver, società di consulenza fondata, tra gli altri, da Tommaso e Francesca Verdini, figli dell’ex senatore Denis Verdini. Francesca Verdini è inoltre la compagna del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Il caso si intreccia con il discusso progetto del ponte sullo Stretto di Messina, un’infrastruttura rilanciata dal governo e sostenuta dal ministro Salvini. L’opera, da anni al centro di polemiche politiche ed economiche, ha visto la riattivazione della società Stretto di Messina, la concessionaria incaricata della realizzazione del ponte. L’indagine della magistratura sta esaminando anche il processo decisionale che ha portato alla ripresa del progetto e i legami tra i protagonisti coinvolti nelle presunte irregolarità.
Tra i nomi coinvolti nell’inchiesta emerge quello di Omar Mandosi, dirigente che si sarebbe rivolto alla Inver e che successivamente è stato nominato responsabile delle risorse umane della società Stretto di Messina, concessionaria del discusso progetto del ponte sullo Stretto di Messina, un’infrastruttura fortemente voluta dal ministro Salvini.
Gli sviluppi giudiziari e le richieste di patteggiamento
Il 4 luglio 2024, è stato reso noto che il giudice per l’udienza preliminare (gup) di Roma si pronuncerà il prossimo 10 ottobre sulla richiesta di patteggiamento avanzata da Tommaso Verdini. L’imprenditore ha chiesto una pena di 2 anni e 10 mesi di reclusione per il suo coinvolgimento nell’assegnazione irregolare di appalti all’Anas, tra cui una commessa da 180 milioni di euro destinata al risanamento di gallerie stradali.
Nel corso dell’ultima udienza, Fabio Pileri, socio di Verdini Jr. nella società Inver, ha rinunciato al patteggiamento e sarà dunque processato con rito immediato. Insieme a lui, anche un imprenditore affronterà il processo, la cui prima udienza è stata fissata per l’8 ottobre davanti alla seconda sezione collegiale del tribunale di Roma.
L’Anas si costituisce parte civile
L’Anas ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento, segnalando così la volontà di dissociarsi dai presunti episodi di corruzione e di richiedere un eventuale risarcimento per i danni arrecati dall’illecita gestione degli appalti.
L’indagine getta un’ombra pesante sulla gestione delle grandi opere pubbliche e sulle relazioni tra politica, imprese e società di consulenza, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità del sistema degli appalti in Italia.
L’inchiesta, battezzata “Do ut des”, condotta dal giornalista Danilo Procaccianti e trasmessa su Rai tre dal programma Report, ha contribuito a far emergere dettagli cruciali sul sistema di favori e scambi che avrebbe influenzato la gestione degli appalti pubblici. Le indagini proseguono e potrebbero coinvolgere ulteriori figure legate al mondo delle infrastrutture e della politica nazionale.