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Ponte sullo Stretto, Accertato: è Basso. I numeri del progetto e la nota del Ministero

L’affermazione che il “Ponte sullo Stretto” sia troppo basso è parzialmente vera, e la questione sta sollevando diverse polemiche.

In effetti, l’altezza del ponte al centro dell’impalcato è di 72 metri, che garantisce un franco navigabile (ovvero lo spazio libero tra il pelo dell’acqua e la struttura del ponte) di 65 metri

Questo valore dovrebbe essere sufficiente per il passaggio della maggior parte delle navi, anche le più grandi.

Tuttavia, c’è un ma:

in condizioni eccezionali di traffico pesante stradale e ferroviario, l’altezza del piano viabile si abbassa di circa 7 metri, riducendo il franco navigabile a 58 metri.

Inoltre, è importante considerare che l’altezza delle navi è in costante aumento: alcune navi da crociera e portacontainer superano già i 68 metri di altezza.

Per questo motivo, alcuni esperti, tra cui il presidente di Federlogistica Luigi Merlo, hanno sollevato dubbi sulla reale capacità del ponte di accogliere il traffico navale futuro, in particolare con l’aumento delle navi di grandi dimensioni.

Le maree nello Stretto di Messina 

Anche l’alta marea potrebbe essere una ulteriori problematica al passaggio delle grandi navi relativamente all’altezza del ponte e quindi alla definizione di un vero progetto, quantomeno definitivo. 


Infatti, prendendo come riferimento la bassa marea media inferiore (BMI), le altezze delle maree di ieri, 18 giugno 2024, sono 0,0 m, 0,2 m, 0,1 m e 0,2 m. 

Possiamo confrontare questi livelli con l’alta marea massima registrata nelle tavole di maree di Messina che è di 0,5 m e l’altezza minima -0,1 m, riducendo il franco navigabile ancor di più, a circa 57,5 metri in condizioni eccezionali di traffico pesante stradale e ferroviario.

Quindi, riassumendo:

In condizioni normali, mare piatto e senza traffico, il ponte dovrebbe essere alto abbastanza per le navi attualmente in uso.

In condizioni eccezionali di traffico, il passaggio di alcune navi potrebbe essere problematico soprattutto con condizioni meteomarine non ottimali che nello Stretto di Messina sono abbastanza frequenti!

Nel futurocon l’aumento delle navi di grandi dimensioni, l’altezza del ponte risulterebbe insufficiente. La questione è ancora oggetto di dibattito e sono in corso delle valutazioni per capire se siano necessarie modifiche al progetto per garantire un’adeguata funzionalità del ponte nel lungo periodo.

Il Ministero risponde al PD

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto all’accesso civico prodotto dal Circolo PD Villa San Giovanni sulle navi con altezza superiore ai 65 metri che transitano sullo Stretto. Di seguito la nota del Segretario Enzo Musolino.

“Il franco navigabile del Ponte sullo Stretto di Salvini é 65 metri”.

Ciò significa che con il Ponte a pieno regime – con i treni, i mezzi pesanti e i veicoli circolanti – non potranno passarci sotto le “Grandi Navi”, con altezza superiore ai 65 metri.

E tra le navi in costruzione più del 50% ha un’altezza non compatibile con questo Ponte e, inoltre, il moto ondoso dello stretto provoca delle oscillazioni anche di 5/10  metri.

Con questa consapevolezza, il Circolo PD di Villa San Giovanni ha formulato a maggio scorso una specifica istanza di “accesso civico”, diretto a tutte le Istituzioni competenti, al fine di acquisire i dati reali circa il transito, sullo Stretto, di navi con altezza superiore al franco navigabile del “Ponte”.

Ci ha risposto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, – riporta la nota – richiamando i dati trasmessi dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto; dati riferiti all’anno 2023.

Sono cinque le navi crociera (trasporto persone) con altezza superiore a 65 metri che si sono mosse, nel periodo di riferimento, sulla tratta che riguarda lo Stretto di Messina.

Sono quindici le navi mercantili (container) con altezza superiore a 65 metri che sono transitate nello Stretto, nel 2023, nell’ambito dei viaggi commerciali svolti; e non ci tranquillizza il fatto che ad alcune di queste navi si possano togliere i fumaioli per abbassarle un po’!

I dati dei singoli transiti non ci sono pervenuti ma è indubbio che il dato numerico delle navi vada moltiplicato per i transiti – di persone e di merci – annualmente effettuati sullo Stretto, misurando, così, una verità ormai acquisita, che inchioda tutte le Istituzioni coinvolte ad una responsabilità epocale:

Non si sta costruendo un Ponte, stanno alzando un Muro sullo Stretto.

I dati trasmessi, come detto, riguardano solo il 2023 ed è noto come il fenomeno del “gigantismo navale” (sia in ambito turistico che commerciale) sia in aumento esponenziale per godere delle economie di scala; ciò significa che il dato trasmesso é già sottostimato, superato, destinato ad incrementare e di molto nel corso di tutti gli anni, nel decennio e oltre necessario alla costruzione del fantomatico Ponte. Questo cosa significa?
Cosa significa misurare i transiti – presenti e futuri – con la perdita enorme di turisti e di merci che passano sullo Stretto a bordo di questi “grandi navi” e che più non vi passeranno?

Il danno economico è evidente per tutti e la prima vittima certa di tutto questo è il Porto di Gioia Tauro!

Già attrezzato per accogliere navi container superiori ai 77 metri, con un potenziale di sviluppo smisurato grazie alla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, accanto ad un passaggio naturale perfetto come lo Stretto di Messina, il Porto di Gioia – il Porto della Calabria e del Sud – sarà affossato dal Ponte della Lega, a tutto vantaggio dei Porti del Nord.

E’ evidente che non possiamo arrenderci a tutto questo, é evidente che la questione, la tragedia “Ponte”, trascende i destini di Villa e di Messina, coinvolgendo tutta l’Area del Mediterraneo.

Non è più rinviabile una sospensione di tutto l’iter, occorre bloccare tutto, aprire un tavolo di approfondimento a Roma, con il coinvolgimento del Governo, delle Commissioni parlamentari competenti, dei Presidenti delle Regioni del Sud, degli Amministratori dei territori coinvolti, dei corpi intermedi, dei Partiti, della società civile.

E’ opportuno sottrarre alla “Società Stretto di Messina Spa in liquidazione e ora rediviva” la gestione di una procedura che ha una enorme ricaduta politica, strategica, di sviluppo e che non può essere tradotta in rapporti individuali di volta in volta e separatamente posti in essere Dall’Amministratore Delegato Ciucci con i Sindaci coinvolti e con le altre Autorità competenti. Non è più possibile accettare il sostanziale commissariamento dello Stretto.

La questione “franco navigabile” (ormai certa nei rischi incombenti, grazie ai dati acquisiti dal Partito Democratico villese), insieme alle altre questioni emergenti – in primis i limiti e le carenze certificate di un progetto definitivo inesistente, già bocciato, sostanzialmente da rifare per profili essenziali tecnici e ambientali –  impongono un ripensamento generale sull’Opera, l’applicazione dell’aureo principio di precauzione, una valutazione complessiva, di prospettiva, che solo le Istituzioni Politiche possono avocare a sè superando i limiti delle Società committenti e degli appaltatori coinvolti.

L’Interesse Generale, pubblico, deve prevalere su ogni disegno di parte!

Tutto questo è già emerso recentemente, il 14 giugno u.s., nel corso del Consiglio Comunale “aperto” di Reggio Calabria, con un “secco no” all’Opera e con la prossima approvazione della “mozione Pazzano” (predisposta dal Movimento La Strada e subito sostenuta e divulgata dal Circolo PD villese) che prevede la  sospensione di tutti gli atti propedeutici alla cantierizzazione, la fine  dell’accelerazione del Ministro Salvini sull’Opera.

Questa impostazione, questa mozione di buon senso, va approvata anche a Villa e a Messina, va tradotta in atti politici urgenti in parlamento e nel Governo.

Non possiamo permetterci di distruggere lo Stretto, di affossare il Porto di Gioia, di essere condannati al sottosviluppo economico e all’inquinamento ambientale per una bandierina ideologica svenduta su tavoli politici estranei agli interessi del Sud, termina la nota.