Nei giorni scorsi, Pietro Ciucci, commissario della Stretto di Messina S.p.A., ha nuovamente fatto visita a Villa San Giovanni (RC), incontrando la Sindaca e i Consiglieri Comunali.
Secondo la nota pubblicata dall’Amministrazione, il vertice si è svolto a porte chiuse, senza coinvolgere la cittadinanza e le forze sociali. Una scelta che lascia aperti molti interrogativi e conferma le preoccupazioni per l’impatto del progetto del Ponte sullo Stretto, promosso dall’alto senza un vero confronto con chi vive e lavora nel territorio.
Le domande del Circolo PD: trasparenza e dialogo mancato
Ci chiediamo per quale motivo Ciucci sia tornato a Villa. Cosa ha realmente detto ai consiglieri, dato che il progetto è stato già bocciato? Ci sono stati interventi, domande, dibattiti? Questi sono dettagli importanti, che meriterebbero di essere resi pubblici, perché si tratta di decisioni che influenzeranno profondamente la comunità.
Ancora una volta, le istanze della cittadinanza sono state ignorate: né i rappresentanti delle associazioni civiche né i cittadini direttamente interessati, come coloro a rischio esproprio, sono stati invitati a partecipare. In un momento così cruciale, chi ha voluto “le porte chiuse”?
Un attacco all’autonomia del territorio
Il potere esercitato da Ciucci, con il mandato conferito dal Ministro Salvini, di fatto commissaria lo Stretto di Messina, subordinando l’autonomia del territorio a decisioni imposte dall’alto. È inaccettabile che Villa San Giovanni e i suoi cittadini debbano subire la pressione di interessi esterni che mirano a realizzare un progetto da 14 miliardi di euro, senza una chiara dimostrazione dei benefici reali per la comunità.
Mentre i bisogni locali riguardano lavoro, sviluppo, investimenti concreti e benessere, il progetto del Ponte viene imposto come una soluzione “salvifica” che rischia invece di sottrarre risorse e attenzione alle vere necessità della comunità.
L’alternativa: un’agenda progressista e sostenibile
L’unica alternativa a questo approccio è quella rappresentata da un’agenda progressista, democratica e ambientalista. Serve una visione politica che promuova uno sviluppo sostenibile e sano, come il progetto del “Porto a Sud” e una lotta attiva contro l’inquinamento e le malattie oncologiche, temi che toccano da vicino il nostro territorio. Il futuro della città deve essere costruito nel rispetto dell’ambiente e dei bisogni della popolazione, non in base a progetti irrealizzabili e dannosi.
Richiesta di un impegno forte e chiaro dell’Amministrazione
Ora è il momento per l’Amministrazione di Villa di prendere una posizione netta e di contribuire a un percorso politico che metta al centro i valori della trasparenza e della partecipazione civica. In gioco c’è l’identità stessa della comunità, che non può e non deve essere piegata alla volontà di chi vuole trasformare il territorio in un cantiere permanente, con benefici riservati a pochi.
Non è più tempo di mezze misure: i cittadini di Villa San Giovanni meritano chiarezza e rappresentanza. È ora di opporsi al Ponte non solo per motivi ambientali, ma per riaffermare l’autonomia di un territorio che rifiuta di diventare ostaggio di decisioni dall’alto.
La lotta per il futuro: determinazione e resistenza civile
Villa San Giovanni si trova di fronte a una battaglia per il proprio futuro. La comunità deve potersi opporre, in modo pacifico ma risoluto, a scelte che la danneggiano, per difendere una “legge” del futuro più equa e rispettosa. La battaglia non è solo contro il progetto del Ponte, ma per il diritto di Villa a decidere il proprio percorso di crescita, nel rispetto delle regole democratiche e della volontà popolare.
Questa è una battaglia per difendere Villa San Giovanni dalla logica del profitto e dai grandi interessi che la minacciano. Di fronte alla pressione delle forze governative, oggi più che mai, non possiamo permetterci ambiguità o neutralità. È il tempo di unirsi e resistere con determinazione e dignità, schierandoci dalla parte dei cittadini e di un futuro sostenibile.