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«Non è un ponte ma un’opera feticcia» Musolino (PD) attacca Salvini

Il vero progetto del ministro Salvini sul “Ponte dello Stretto” è chiaro da tempo: non è un’opera ingegneristica ma un feticcio politico/ideologico piegato alle esigenze di visibilità sue e della Lega Nord.

È noto, infatti, che sono previsti un milione di euro l’anno per sette anni solo per la comunicazione istituzionale; un dispendio di soldi pubblici finalizzato a far assimilare anche ai più riottosi la “Grande Opera” più indigesta al mondo.

La macchina della propaganda, però, non conosce tregua ed è sempre di più necessario bypassare le critiche tecniche, superare le obiezioni ambientali, disconoscere i dubbi sulla tenuta “economica”, e per far questo si punta, ovviamente, sulla politicizzazione dell’intervento, sul “sogno” da inserire in un progetto di “Destra” – indifferente ai dati scientifici – tutto teso a rappresentare un Paese di “cartapesta”, che non c’è, con la “visione” del “gigantismo infrastrutturale” come risultato spendibile e riconosciuto di questo Governo.
Non serve, quindi, discutere davvero della realizzabilità, non ci si sta impegnando con serietà sulla tempistica, non ha senso rassicurare i territori coinvolti con documenti, dati tecnici, studi aggiornati.
Salvini a tutto pensa tranne che all’evidente rischio di un’ennesima e gigantesca incompiuta (l’opera è stata sostanzialmente bocciata dalla commissione VIA/VAS del Ministero dell’Ambiente e dagli stessi tecnici della Stretto di Messina Spa che si sono esercitati in raccomandazioni e prescrizioni pur di non metterci la firma).

Quello che conta, quello che serve al Ministro Leghista è solo l’effetto politico/mediatico.

Ed ecco che per l’annuale Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione (dal 20 al 25 agosto), lo spot governativo arriva al suo culmine: lontano dai territori abbandonati ai tanti dubbi, indifferente alle proteste e alle proposte alternative di cura dello Stretto provenienti dai Comitati di cittadini operativi sulle due sponde – sostenuti dalle forze politiche del Centrosinistra (PD e AVS, insieme ai Comitati, hanno presentato tre esposti alle Procure della Repubblica competenti) – il Ministero delle Infrastrutture realizza uno “stand speciale” dedicato a mappe e visori virtuali relativi al Ponte che non c’è ma che è oggetto di fede.

Centomila euro dei contribuenti per “costruire”, finalmente, ciò che professori universitari, economisti e ingegneri di tutto il mondo ritengono irrealizzabile allo stato della tecnica.

Non si tratta, dunque, di “aggiornare” il progetto pieno di errori che Salvini ha ereditato da Berlusconi, si tratta – così emerge dalle prime notizie stampa – di creare a Rimini un’esperienza immersiva sul Ponte, mediante software e contenuti visivi/audio e interattivi, grazie alla progettazione dell’interfaccia utente e produzione dell’hardware.

Un’enorme “supercazzola”, in sintesi, per dare vita fatua ad un “Frankenstein” pericolosissimo che già sta rendendo più poveri i territori dello Stretto:
I Quattordici Miliardi di euro che serviranno per il Ponte e che sono stati scritti nella legge di Bilancio, si stanno già traducendo, infatti, nel mancato investimento sulla flotta delle navi “green” per il traghettamento, nell’indifferenza per la vera priorità di Villa San Giovanni, soffocata dal traffico e destinata, in aggiunta, a diventare la “Città sotto il Ponte”:
quell’indispensabile “Porto a Sud” – di cui le Istituzioni al Governo non si stanno occupando – che libererebbe il centro cittadino dal passaggio dei veicoli pesanti, che migliorerebbe la salute di Quattordicimila cittadini, cui toccherà anche respirare le polveri sottili di un enorme cantiere – quello del Ponte – che sarà operativo nel cuore di un’area densamente urbanizzata e che dovrà convivere con il consueto traghettamento di TIR e Treni.

È un caso che questo spot, che questa illusione “metafisica” si concretizzi a Rimini, grazie a Comunione e Liberazione?
No, non è un caso.
Comunione e Liberazione, infatti, torna a dialogare con il nuovo “centro Destra” a trazione meloniana e torna ad occuparsi di politica e di potere, dimenticando gli scandali legati alla stagione di Formigoni, dopo una fase di difficoltà e di apparente distacco dall’impegno diretto o indiretto.

Non è un caso che alcuni esponenti di CL militino con ruoli di rilevanza in Fratelli d’Italia e non è un caso che anche l’anno scorso Salvini abbia cercato e ottenuto il bagno di folla presso gli stand del movimento di Don Giussani, auspicando una ritrovata unità di intenti basata sulla retorica della “Famiglia Mulino Bianco” e sull’ideologia del “fare”, del grande cantiere “mangia soldi” nonostante tutto e tutti, nonostante storia, scienza e coscienza. — Nota sui social del segretario del circolo PD Villa San Giovanni, Vincenzo Musolino.