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Navi sequestrate: Crisi per Caronte&Tourist. Stipendi dimezzati e razionalizzazione dei servizi

La società dei trasporti marittimi annuncia il taglio del 50% degli stipendi ai dipendenti a causa dei mancati pagamenti da parte della Regione Siciliana, del sequestro di alcune navi e dell’impennata dei costi. Previste misure per contenere le spese, inclusa la revisione dei turni e dei servizi.

Stipendi dimezzati e riorganizzazione delle attività: è quanto prospetta ai dipendenti Caronte&Tourist Isole Minori, operatore del settore dei trasporti marittimi, per far fronte a una situazione finanziaria sempre più precaria.

In una lettera inviata alle organizzazioni sindacali, il responsabile del personale, Tiziano Minuti, ha annunciato che, in assenza di novità imminenti, la società sarà costretta a versare ai propri lavoratori, sia marittimi che amministrativi, solo il 50% delle retribuzioni. Minuti ha descritto uno scenario complesso, caratterizzato da sequestri di navi, ritardi nei pagamenti da parte della Regione Siciliana e un incremento dei costi operativi.

Alla base delle difficoltà finanziarie, vi è il mancato pagamento da parte della Regione Sicilia per servizi che l’azienda dichiara di aver svolto da oltre nove mesi e che restano tuttora non liquidati. Le tensioni economiche si erano già manifestate a giugno, quando l’azienda aveva avvertito i lavoratori della possibile riduzione delle retribuzioni. La protesta sindacale sembrava aver calmato le acque, ma la crisi si è nuovamente aggravata negli ultimi giorni.

“Nonostante le continue sollecitazioni, la Regione non ha ancora onorato il debito, ormai di dimensioni allarmanti”, scrive Minuti, chiarendo che l’azienda è stata costretta a prendere misure drastiche per preservare la sua sopravvivenza finanziaria. Tra i problemi evidenziati, vi è l’inspiegabile prolungamento del sequestro di alcune navi bidirezionali della flotta, obbligando Caronte&Tourist a impiegare unità a doppio ponte anche su tratte meno redditizie, con un significativo incremento dei costi.

Oltre alle difficoltà operative, pesano sull’azienda le pressioni dell’inflazione, che ha toccato livelli storici, e l’aumento delle spese legate ai rinnovi contrattuali e al costo del carburante, dei materiali e della manutenzione. Anche la convenzione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è rivelata onerosa per la società, senza coprire adeguatamente i costi sostenuti.

In risposta alla crisi, Caronte&Tourist ha delineato un piano di “razionalizzazione” delle attività. La riorganizzazione prevede cambiamenti significativi nella gestione del personale, con modifiche ai tempi di imbarco e alle turnazioni dei marittimi, e un adattamento del servizio passeggeri basato sui flussi stagionali. Secondo quanto riportato, infatti, le analisi statistiche evidenziano una sovrabbondanza di personale durante la bassa stagione, con conseguente inefficienza nei costi.

La prospettiva di una riduzione degli stipendi e di una riorganizzazione dei turni ha suscitato preoccupazione tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali, già in allarme per le recenti difficoltà finanziarie dell’azienda. Tuttavia, senza interventi immediati da parte della Regione e degli enti coinvolti, Caronte&Tourist dovrà fare i conti con una crisi profonda, i cui effetti si stanno ora riversando sui dipendenti e sul servizio ai cittadini.