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Maxi Blitz a Palermo: Cosa Nostra nel mirino, 183 arresti e summit criptati scoperti

Cosa Nostra colpita al cuore: boss intercettati con chat criptate. Scoperti i piani per ricostruire la Commissione Provinciale

Un colpo durissimo alla mafia palermitana. Alle prime luci dell’alba, i carabinieri del Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 183 ordinanze cautelari contro boss, gregari e affiliati di Cosa Nostra, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, tentato omicidio, traffico di droga e armi, esercizio abusivo del gioco d’azzardo e favoreggiamento personale.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), ha colpito i mandamenti di Tommaso Natale, Porta Nuova, Noce, Pagliarelli, Carini e Bagheria, decapitando i vertici dell’organizzazione e bloccando il tentativo di ricostituire la storica Commissione Provinciale di Cosa Nostra, annientata già con gli arresti del 2018.

I Boss e il Sogno della Cupola

Tra gli arrestati spicca Tommaso Lo Presti, boss di Porta Nuova scarcerato di recente, e Francolino Spadaro. Ma il dato più inquietante è che, accanto ai vecchi padrini, figurano numerosi giovani: segno che la mafia continua a esercitare il suo fascino nei quartieri più degradati, dove le alternative alla criminalità sono poche.

Il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, ha spiegato: “Cosa Nostra non ha mai accantonato l’idea di riorganizzarsi. Cerca di ricostruire la sua rete di relazioni e di dominio sul territorio. Da Cosa Nostra si esce solo in due modi: collaborando con la giustizia o con la morte”.

Le Intercettazioni e le Chat Criptate

Gli investigatori hanno scoperto che i boss comunicavano tramite cellulari di ultima generazione con software criptati, convinti di essere al sicuro da intercettazioni. Non sapevano che i carabinieri erano riusciti a violare quei sistemi, ascoltando in diretta le loro conversazioni.

Talmente sicuri di non poter essere intercettati, i mafiosi parlavano apertamente dei nuovi organigrammi e delle strategie per ricostituire la Cupola, rivelando nomi e ruoli. Ma ogni loro parola era captata dagli investigatori.

Non solo: la mafia era riuscita a ottenere informazioni riservate su operazioni di polizia imminenti. In un’intercettazione del 7 novembre 2023, Antonino Gagliardo informava un affiliato di tre blitz previsti a fine anno: “Tre zampate, tre camurrie”. Anche il 12 gennaio 2024 i boss erano stati avvisati di arresti imminenti: “Giochi di fuoco dal ventuno al ventitré”.

Il 4 settembre scorso, Paolo Lo Iacono si mostrava consapevole del blitz in arrivo: “Per adesso c’è una bomba che sta scoppiando! Può essere oggi, può essere domani, può essere dopodomani… si portano a tutti!”.

Lo Stato Risponde: “Non Arretriamo”

Dopo il maxi blitz, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato: “Lo Stato c’è e non arretra di fronte alla mafia”. Un messaggio chiaro: la lotta a Cosa Nostra continua senza tregua.

Il colpo inferto oggi segna una battuta d’arresto pesante per la criminalità organizzata, ma gli investigatori sanno che la guerra contro la mafia non è finita. Anche se ferita, Cosa Nostra è ancora capace di riorganizzarsi e trovare nuovi spazi. L’attenzione deve restare alta.