Il Wwf in una lettera indirizzata ai senatori qualche giorno fa evidenziava che, “Il Ponte sullo Stretto, con le sue strutture, i suoi cavi, pendini e impalcati, occuperà uno spazio aereo pari a 70.000 metri quadrati: una enorme barriera sulla rotta delle 327 specie censite sullo Stretto”.
L’AD della società Stretto di Messina S.p.A., Pietro Ciucci, ribadisce: “il decreto legge 89, in fase di conversione oggi al Senato, apporta alcuni perfezionamenti sulle procedure già in atto, con l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi. Stretto di Messina sta portando avanti l’aggiornamento progettuale e l’iter autorizzativo nel pieno rispetto della normativa, compreso l’aggiornamento degli studi ambientali (VIA; VIncA, relazione paesaggistica, verifica preventiva interesse archeologico), e nessuna attività lavorativa potrà essere avviata senza la preventiva approvazione del CIPESS, con tutti i pareri ambientali previsti.
Come già comunicato, entro il 12 settembre Stretto di Messina S.p.A. provvederà ad inviare le integrazioni richieste alle commissioni Via-Vas del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Soltanto successivamente, e comunque entro il 31 dicembre, avrà luogo l’esame da parte del Cipess ai fini dell’approvazione del progetto definitivo”.
Stretto di Messina ha, da sempre, mostrato grande attenzione nei confronti dell’ambiente: “Un monitoraggio ambientale ante operam, durante i lavori e post operam, – ha continuato Ciucci – è stato previsto sin dalle prime fasi progettuali, con particolare attenzione ad atmosfera, ambiente marino, acque superficiali e acque sotterranee, suolo e sottosuolo, flora e fauna, ecosistemi, rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, paesaggio, stato Fisico dei Luoghi e viabilità dei cantieri, ambiente sociale. La società conosce l’importanza strategica delle rotte migratorie sullo Stretto di Messina e ha ripreso ormai da mesi il monitoraggio, mediante utilizzo di radar orizzontali e verticali che consentono la localizzazione dei volatili, registrando l’altitudine del loro passaggio. Tali studi, i cui esiti saranno resi pubblici, hanno ulteriormente confermato che solo una parte delle rotte migratorie interessa l’area in cui sarà realizzato il ponte e che tali rotte sono ubicate prevalentemente ad altitudini superiori a quelle delle strutture dell’opera”.