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La Calabria si allontana dalla Sicilia: la scoperta che ridisegna la geografia del Mediterraneo

I risultati della campagna oceanografica “Sirene” (Serpentinite/mud diapIRs along ExtensioNal faults in the Ionian sea) condotta sulla nave oceanografica del Consiglio nazionale delle ricerche “Gaia Blu”.

Una recente campagna oceanografica condotta dalla nave “Gaia blu” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha portato alla luce una scoperta sorprendente: un sistema di faglie attive sta progressivamente allontanando la Calabria dalla Sicilia.

Questa dinamica geologica, precedentemente poco conosciuta, sta modificando lentamente la morfologia dei fondali marini dello Ionio meridionale e solleva importanti interrogativi sul futuro del paesaggio costiero e sulle implicazioni per le infrastrutture.

Vulcani di fango e rilievi sottomarini: un paesaggio in continua evoluzione

Le ricerche condotte a bordo della “Gaia blu” hanno permesso di identificare un campo di rilievi sottomarini allineati lungo profonde spaccature del fondale marino. Questi rilievi, spesso associati a vulcani di fango, sono la testimonianza dell’intensa attività tettonica che caratterizza la regione. Le faglie, profonde fratture nella crosta terrestre, si comportano come vere e proprie cicatrici geologiche, lungo le quali le placche tettoniche si muovono in direzioni opposte. Nel caso dello Stretto di Messina, questo movimento sta causando una lenta ma inesorabile separazione tra la Calabria e la Sicilia.

Le implicazioni per il futuro

Questa scoperta ha importanti implicazioni per la comprensione della geologia del Mediterraneo e solleva interrogativi sul futuro del paesaggio costiero. La continua attività delle faglie potrebbe innescare terremoti e maremoti, eventi naturali che rappresentano una seria minaccia per le popolazioni costiere. Inoltre, la scoperta di un sistema di faglie attive mette in discussione la fattibilità di progetti infrastrutturali di grande portata, come il ponte sullo Stretto di Messina, la cui realizzazione su un terreno geologicamente instabile potrebbe comportare rischi significativi.

Un’opportunità per la ricerca scientifica

La scoperta del CNR apre nuove prospettive per la ricerca scientifica. Studi più approfonditi permetteranno di comprendere meglio i meccanismi che governano la dinamica delle faglie, di valutare con maggiore precisione i rischi geologici associati e di sviluppare modelli predittivi per i futuri eventi sismici. Inoltre, le nuove conoscenze acquisite potranno essere utilizzate per migliorare la progettazione delle infrastrutture e per garantire la sicurezza delle popolazioni costiere.

La scoperta del sistema di faglie che allontana la Calabria dalla Sicilia rappresenta una tappa fondamentale nella comprensione della complessa geologia del Mediterraneo. Questa scoperta ci ricorda che il nostro pianeta è in continua evoluzione e che i processi geologici, anche se lenti, possono avere un impatto significativo sul paesaggio e sulla vita delle comunità umane. È fondamentale continuare a investire nella ricerca scientifica per comprendere sempre meglio i fenomeni naturali e per mitigare i rischi associati.

Fonte: https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-12911/vulcani-di-fango-nelle-profondita-dello-ionio-cosi-gaia-blu-ricostruisce-la-morfologia-dei-fondali-italiani