Un protocollo d’intesa firmato ieri al Viminale dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dall’A.D. di Enel, Flavio Cattaneo, con l’obiettivodi contrastare le infiltrazioni mafiose nelle attività economiche, compresa quella energetica, e di rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza e di legalità a tutela dei servizi pubblici essenziali, con il quale l’azienda e il Ministero rinnovano una collaborazione che ha già consentito di raggiungere significativi risultati.
Grazie all’intesa verranno messe in campo tutte le azioni per rendere ancora più efficace la prevenzione e il contrasto dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei contratti d’appalto stipulati dall’azienda con i fornitori.
Il Protocollo d’Intesa tra Viminale ed Enel rappresenta un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata in questo settore. Questo accordo, siglato tra il Ministero dell’Interno (Viminale) e l’ENEL, ha come obiettivo primario prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose nel settore energetico, tutelando così un bene essenziale per la collettività.
La collaborazione operativa e consultiva tra il Ministero ed Enel punta inoltre a tutelare le infrastrutture energetiche e le attività del Gruppo per garantire una sempre più elevata sicurezza degli impianti e delle reti elettriche.
Il protocollo rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra pubblico e privato e si inserisce in una più ampia strategia di sistema-Paese, volta a promuovere una diffusa cultura della legalità attraverso la cooperazione tra istituzioni e aziende di rilevanza strategica come Enel.
Cosa prevede il Protocollo?
In linea generale, il Protocollo d’Intesa tra Viminale ed Enel mira a:
- Rafforzare la collaborazione tra le forze dell’ordine e l’azienda elettrica, al fine di condividere informazioni, esperienze e buone pratiche.
- Prevenire e contrastare i tentativi di infiltrazione mafiosa nei processi di appalto, nelle attività di gestione e manutenzione della rete elettrica, nonché nelle altre attività connesse al settore.
- Promuovere la legalità all’interno dell’azienda e nelle relazioni con i fornitori e i subappaltatori.
- Tutelare il patrimonio dell’azienda da ogni forma di aggressione criminale.
Quali strumenti vengono utilizzati?
Per raggiungere questi obiettivi, il Protocollo prevede l’adozione di una serie di strumenti e misure, tra cui:
- Formazione del personale: Organizzazione di corsi di formazione per il personale Enel, finalizzati a sensibilizzare sulla tematica delle infiltrazioni mafiose e a fornire gli strumenti necessari per identificare eventuali segnali di allarme.
- Analisi dei rischi: Valutazione periodica dei rischi di infiltrazione mafiosa nelle diverse aree dell’azienda, al fine di adottare misure preventive adeguate.
- Controlli e verifiche: Introduzione di procedure di controllo e verifica più stringenti sui fornitori e sui subappaltatori, al fine di accertare la loro affidabilità e la loro estraneità a contesti criminali.
- Collaborazione con le istituzioni: Rafforzamento della collaborazione con le prefetture, le questure e le altre istituzioni competenti, al fine di condividere informazioni e coordinare le attività di contrasto alle infiltrazioni mafiose.