Fondi PNRR, un piatto prelibato per la criminalità organizzata; Il prefetto di Ravenna ritiene fondamentale il ruolo centrale delle interdittive antimafia.
Edilizia, logistica, ristorazione, alberghiero: settori dell’economia che suscitano l’interesse della criminalità organizzata, su cui occorre vigilare sempre, prestando sempre attenzione. Un’avvisaglia che mette in guardia il prefetto della provincia Castrese De Rosa dalle pagine del Corriere della Romagna di ieri, iniziando dalla misura centrale di prevenzione a disposizione della prefettura, l’interdittiva antimafia.
Si tratta di un tipo di provvedimento amministrativo prima di adottare il quale è necessaria un’approfondita riflessione, spiega il prefetto della provincia Castrese analizzando le caratteristiche che rendono l’interdittiva un efficace strumento preventivo nei confronti dei tentativi di infiltrazione da parte delle mafie come la camorra, che sarebbe dietro diverse vicende che riguardano il territorio, anche alla luce di quanto emerso sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza di un complesso immobiliare a Russi, o il blocco dei lavori per il palasport di Ravenna.
Tra gli aspetti di interesse del provvedimento interdittivo vi è l’iter concernente la collaborazione preventiva «che consente di mettere sotto controllo la realtà su cui affiorano dei sospetti», prosegue De Rosa, evidenziando come – laddove le informative del gruppo interforze antimafia composto da operatori della Direzione investigativa antimafia (Dia), della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza lascino spazio a pochi dubbi – lo strumento dell’interdittiva antimafia esprima tutta la sua potenzialità preventiva: una volta adottata, infatti, «impedisce alla società condizionata o infiltrata dalla criminalità organizzata di avere rapporti con la pubblica amministrazione», impedendole di ottenere nuovi appalti, concessioni, autorizzazioni.
Due, in particolare, gli ambiti sotto attenzione indicati dal prefetto: la gestione dei finanziamenti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), «su cui è in atto un lavoro di monitoraggio costante, grazie anche all’intesa tra Comuni e Guardia di Finanza per la condivisione dei dati”, e il porto, particolarmente appetibile per le mafie sia per il «miliardo di euro di fondi” che muove, sia per le «prospettive turistiche offerte dai lidi», con la conseguenza che «dove ci sono soldi la mafia non resta a guardare e tenta di infiltrarsi», osserva il titolare della prefettura ravennate.
Che ammonisce «sbagliamo se pensiamo di avere finito» e assicura «non rimaniamo fermi: anche in questo periodo stiamo approfondendo alcune situazioni e nelle prossime settimane valuteremo il da farsi», tracciando un panorama nel quale, accertata la presenza sul territorio di esponenti di `ndrangheta e camorra, alla ricerca di «soggetti locali a cui aggrapparsi, disposti anche a fare da prestanome», bisogna mantenere alta la guardia, avverte il prefetto consigliando cautela, ad esempio di fronte a eventuali proposte di rilevazione – con investimenti molto elevati, di aziende in difficoltà. (Dal Ministero dell’Interno).