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Condannato Freccianera, il bracconiere sfuggito per anni a numerose operazioni

Oltre ai filmati acquisiti durante le indagini, ad inchiodarlo sono state le decine di carcasse di uccelli protetti ritrovate nella sua abitazione

Il Tribunale di Napoli ha messo fine alla lunga carriera criminale di “Freccianera”, il bracconiere che per anni ha terrorizzato la fauna di Ischia, sfuggendo a numerose operazioni delle forze dell’ordine. Condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, l’uomo dovrà rispondere di numerosi atti di bracconaggio, compreso il furto aggravato ai danni dello Stato, il cosiddetto “furto venatorio”.

Le indagini, condotte dai Carabinieri e dalle guardie WWF e CABS, hanno svelato una realtà sconcertante. Freccianera, privo di licenza di caccia e armato di un’arma clandestina, ha sparato a ridosso delle case nel centro abitato di Forio, persino in periodi di divieto generale. La sua attività era particolarmente intensa in primavera, quando l’isola diventa un rifugio per centinaia di uccelli migratori in transito verso l’Europa.

Le prove raccolte sono state schiaccianti: filmati, decine di carcasse di uccelli protetti ritrovate nella sua abitazione e le testimonianze di chi lo ha visto all’opera.
La sentenza rappresenta una vittoria importante per la tutela della fauna a Ischia, da sempre uno dei luoghi a più alto tasso di bracconaggio in Italia. Le guardie WWF, presenti sull’isola da oltre 30 anni, svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio del territorio e nella lotta al bracconaggio.

“Questo risultato premia l’impegno delle nostre guardie volontarie che, a supporto dei Carabinieri, hanno consentito l’identificazione e la denuncia di questo accanito bracconiere”, ha dichiarato Domenico Aiello, responsabile tutela giuridica della natura per il WWF Italia. “È anche la conferma di quanto sia importante il ruolo delle associazioni che, come il WWF, forniscono il proprio contributo allo Stato nel contrasto alle illegalità”.

La sentenza ha inoltre confermato l’importanza della perseguibilità d’ufficio del furto venatorio, anche dopo la riforma Cartabia. Questo significa che gli animali selvatici devono essere equiparati alle “cose di pubblica utilità”, e che quindi non è necessaria la querela della parte offesa per procedere penalmente.

“Ringraziamo l’avv. Loredana Iovino che ci ha difesi nel processo, le nostre guardie volontarie e i Carabinieri del Comando Stazione forestale di Casamicciola Terme”, ha concluso Aiello. “Grazie a tutti loro, abbiamo assicurato alla giustizia un bracconiere accanito e abbiamo contribuito a rafforzare la tutela della fauna selvatica”.