Un’operazione anti-‘ndrangheta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Brescia ha portato all’esecuzione di 25 misure cautelari e al sequestro di beni per oltre 1,8 milioni di euro e numerose perquisizioni nelle province di Brescia, Reggio Calabria, Milano, Como, Lecco, Varese, Verona, Viterbo e Treviso.
L’inchiesta coinvolge un’associazione di stampo mafioso operante nel bresciano e attiva in estorsioni, traffico di armi e droga, ricettazioni, usura, reati tributari e riciclaggio. Contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso.
Perquisizioni e arresti
Le forze dell’ordine hanno condotto perquisizioni in diverse province italiane: Brescia, Reggio Calabria, Milano, Como, Lecco, Varese, Verona, Viterbo e Treviso. L’indagine ha rivelato una rete criminale radicata in Lombardia, con legami con esponenti storici della mafia calabrese e una forte influenza sul tessuto economico locale attraverso usura e intimidazioni.
Dettagli dell’operazione
L’organizzazione, legata a una nota cosca della provincia di Reggio Calabria, gestiva attività criminali che includevano anche frodi fiscali e riciclaggio. Grazie alla collaborazione di un imprenditore vittima di estorsioni, che ha denunciato i fatti alle autorità, sono stati raccolti elementi decisivi per il blitz. Tra i principali obiettivi, impedire che la criminalità organizzata continuasse a infiltrarsi nel settore economico e politico della regione.
L’operazione rappresenta un significativo passo avanti nella lotta alla ‘ndrangheta, sottolineando la sinergia tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza per contrastare il radicamento mafioso sul territorio