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Ponte sullo Stretto: Report torna a far luce sull’infrastruttura fantasma

Accuse incrociate tra WeBuild e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sul progetto del Ponte sullo Stretto. Report fa emergere nuove ombre sulla trasparenza e la gestione delle analisi sismiche

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro delle polemiche dopo l’ultima inchiesta andata in onda domenica 19 gennaio su Report. La trasmissione ha sollevato dubbi sulla gestione delle analisi di rischio sismico e di faglie attive da parte della società WeBuild, incaricata di costruire l’opera. In risposta, l’azienda di Pietro Salini ha annunciato azioni legali contro il programma televisivo e contro l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), accusando Report di aver diffuso informazioni false.

Secondo WeBuild, – riporta la nota di Report – l’Ingv, sotto la guida del presidente Carlo Doglioni, è stato effettivamente coinvolto nelle attività di analisi sismica tramite un incarico affidato al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma. Tuttavia, emerge un elemento controverso: l’azienda non ha pubblicato l’allegato tecnico della convenzione, in cui si specifica che “il personale di ricerca dell’Ingv è esclusivo titolare dei risultati consegnati ed è il solo responsabile delle loro conseguenti applicazioni, sollevando l’Ingv da ogni responsabilità sul loro utilizzo”.

Un dettaglio che pesa ulteriormente sulle dichiarazioni di WeBuild è la data della convenzione citata, risalente al 26 settembre 2024. Un’anomalia evidente, dato che nei documenti della Stretto di Messina Spa risultano elaborati collegati alla convenzione stessa che precedono di mesi la sua sottoscrizione.

Dopo le dichiarazioni di WeBuild, è arrivata anche la posizione ufficiale dell’Ingv, che ha preso le distanze dal progetto. “Si chiarisce – si legge in una nota ufficiale – che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia si dichiara totalmente estraneo a qualsivoglia relazione tecnico-scientifica che esprime solo il pensiero scientifico degli autori”.

L’intera vicenda mette in evidenza criticità nel processo decisionale e nei controlli legati alla progettazione del ponte, in particolare in relazione a un aspetto cruciale come la sicurezza sismica in un’area ad alto rischio come lo Stretto di Messina. Il Ponte, da sempre considerato un’infrastruttura ambiziosa ma controversa, continua a sollevare interrogativi sulla trasparenza e sull’efficacia della collaborazione tra enti pubblici, accademici e privati.

La replica di WeBuild e le parole dell’Ingv non fanno che alimentare il dibattito sull’opportunità e la fattibilità del progetto, che negli anni è diventato simbolo delle contraddizioni del sistema infrastrutturale italiano. Restano irrisolti i dubbi sull’effettivo coinvolgimento degli esperti e sull’aderenza ai protocolli di sicurezza, elementi fondamentali per un’opera di tale portata.