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Ponte sullo Stretto, tagli al Sud e sprechi: la denuncia del PD contro il Centrodestra

Antonio Morabito e Battaglia del PD attaccano Lega e Forza Italia: “Fondi sottratti al Mezzogiorno per il Ponte e miliardi tagliati dal Governo alle infrastrutture del Sud”

In un clima politico sempre più teso, Antonio Morabito, segretario provinciale del Partito Democratico di Reggio Calabria, ha lanciato un duro attacco contro Lega e Forza Italia per le loro critiche alle spese legali dei Comuni di Villa San Giovanni e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, legate al ricorso al TAR Lazio. Morabito ha puntato il dito contro le scelte del Centrodestra, accusandolo di aver sottratto al Sud risorse vitali per finanziare il progetto del Ponte sullo Stretto e di aver attuato tagli infrastrutturali e occupazionali che penalizzano pesantemente Calabria e Sicilia.

«Mi stupisce il fatto che alcuni esponenti della Lega e di Forza Italia abbiano gridato allo scandalo per le spese legali dei Comuni, quando invece nulla dicono rispetto ai milioni di euro già spesi dalla società “Stretto di Messina” e rispetto ai tagli che il Governo di Centrodestra sta effettuando nei confronti del Sud e in particolare della Calabria. Fino al 2013, la Società “Stretto di Messina” ha speso in consulenze ben 320 milioni di euro… questi non erano soldi pubblici?» ha dichiarato Morabito.

Fondi sottratti e tagli al Mezzogiorno

La denuncia del segretario provinciale PD non si ferma qui. Morabito ha ricordato che i fondi finora messi a disposizione per il progetto del Ponte sullo Stretto – oltre 2,3 miliardi di euro – sono stati sottratti ai “Fondi di Coesione”, risorse destinate originariamente a Calabria e Sicilia per colmare il gap infrastrutturale con il Nord. Questi fondi avrebbero dovuto essere impiegati per migliorare infrastrutture idriche, sanitarie, scolastiche e di trasporto, aree cruciali per il rilancio del Mezzogiorno.

«Inoltre – ha aggiunto Morabito – nessuno ha sollevato obiezioni sulla drastica riduzione del “Fondo di perequazione infrastrutturale”, che è passato da 4,6 miliardi a soli 700 milioni di euro. Di questi, l’80% era destinato al Sud. Come si può parlare di sviluppo e rilancio del Mezzogiorno quando si privano le regioni meridionali di risorse fondamentali per migliorare la qualità della vita dei cittadini e per sostenere l’economia locale?».

Gli effetti dei tagli e l’abrogazione della “Decontribuzione Sud”

Un altro tema cruciale è l’eliminazione della “Decontribuzione Sud”, uno sgravio contributivo introdotto nel 2020 dal governo Conte durante la pandemia, che ha sostenuto più di due milioni di lavoratori, incentivando la crescita e la creazione di posti di lavoro nel Sud. Secondo le stime Svimez, la sua abrogazione avrà effetti devastanti: una riduzione di due decimi di punto del PIL del Mezzogiorno e un calo dell’occupazione che metterà a rischio circa 25 mila posti di lavoro.

«Nel corso del 2023 – ha continuato Morabito – il Sud ha registrato una crescita più alta di quella del Nord, grazie soprattutto ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Ma i tagli previsti dalla Legge di Bilancio, pari a 5,3 miliardi di euro nei prossimi tre anni, rallenteranno inevitabilmente questo trend positivo, aggravando il divario tra Nord e Sud».

La denuncia del PD: “Il Sud merita di più”

Sulla stessa linea si è espresso anche Battaglia, altro esponente del PD, che ha sottolineato come queste scelte politiche siano in netto contrasto con le reali esigenze del Mezzogiorno. «Dagli esponenti del Centrodestra, che dicono di avere a cuore le sorti del Sud e della Calabria, ci saremmo aspettati una presa di posizione chiara contro i tagli e contro l’uso improprio dei fondi di coesione. Invece, assistiamo al silenzio su questioni fondamentali e a critiche ingiustificate verso i Comuni che hanno esercitato il loro diritto di ricorso contro un provvedimento».