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Capo Peloro e le ZPS fermano il Ponte sullo Stretto: il Cipess bloccato, ora la palla passa all’UE

La Commissione VIA-VAS esprime parere negativo per il progetto definitivo del Ponte: l’impatto ambientale su Capo Peloro e sulle aree protette dello Stretto ferma l’approvazione

Nonostante anni di discussioni e tensioni, il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina subisce un importante arresto. Il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), atteso oggi per l’approvazione definitiva del progetto, si è trovato bloccato a causa delle criticità sollevate dalla Commissione VIA-VAS sul fronte ambientale.

Il parere, definito come “Vinca negativa” (Valutazione d’Incidenza Ambientale), ha puntato il dito contro l’impatto devastante che l’opera avrebbe su tre Zone di Protezione Speciale (ZPS): la “Costa Viola”, i “Fondali da Punta Pezzo a Capo dell’Armi” e i “Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e Area Marina dello Stretto”. Queste aree, tutelate da normative europee per la salvaguardia della biodiversità, rappresentano un ostacolo insormontabile per il progetto così come concepito.

Si legge nella nota dei No ponte Capo Peloro, diffusa sui social: “Il progetto del Ponte, così com’è, non può essere approvato. L’impatto su Capo Peloro e le altre aree protette dello Stretto rappresenta una violazione inaccettabile delle direttive ambientali europee. La tutela del territorio deve prevalere”.

Le criticità ambientali

Secondo la Commissione, il progetto violerebbe i vincoli di tre diverse ZPS, causando danni irreparabili a ecosistemi terrestri e marini di straordinario valore. Tra gli impatti più gravi segnalati figurano:

  • Distruzione di habitat protetti, sia sulla terraferma (Capo Peloro e Monti Peloritani) che nei fondali marini.
  • Compromissione della biodiversità locale, con minacce dirette a specie endemiche e migratorie, come uccelli e cetacei.
  • Alterazione degli equilibri costieri e marini, derivanti dalla costruzione dei piloni e dall’attività cantieristica.

Capo Peloro, simbolo paesaggistico e naturale dello Stretto, sarebbe tra le aree più colpite, sollevando proteste da associazioni ambientaliste e cittadini.

La posizione dei No Ponte

I comitati No Ponte, da anni impegnati nella lotta contro l’opera, hanno accolto con soddisfazione il parere negativo della VIA-VAS. “È la conferma di ciò che sosteniamo da sempre: il Ponte non è solo inutile, ma anche dannoso”, commentano i portavoce. “La tutela dello Stretto e del suo patrimonio naturale deve prevalere su progetti faraonici che non rispondono alle vere esigenze del territorio”.

Cosa succede ora?

Con il blocco al Cipess, il dossier passa ora nelle mani della Commissione Europea, chiamata a valutare il rispetto delle direttive comunitarie in materia di tutela ambientale. Se l’UE confermasse le violazioni segnalate, il progetto potrebbe essere definitivamente archiviato.

Nel frattempo, il dibattito politico si accende. Mentre i sostenitori del Ponte chiedono interventi per salvare il progetto, gli oppositori ribadiscono che i fondi previsti dovrebbero essere investiti in infrastrutture locali e mobilità sostenibile.

Un nuovo anno di resistenza

Il 2024 si chiude con un punto a favore dei movimenti ambientalisti, ma la battaglia non è ancora vinta. La parola definitiva spetta a Bruxelles, ma per ora Capo Peloro e le ZPS restano un bastione a difesa dello Stretto.

Buon anno di resistenza a tutti coloro che lottano per la tutela del territorio e delle generazioni future, augurano i No ponte.