Il tanto atteso avvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina, previsto per il 20 dicembre 2024, ha subito un ulteriore rinvio. La posa della “prima pietra”, annunciata dalla società Stretto di Messina Spa, è stata sospesa a causa di complicazioni legali che coinvolgono sia cittadini che istituzioni locali.
A bloccare il progetto non è solo l’azione inibitoria presentata da 104 cittadini presso il Tribunale delle Imprese di Roma, ma anche un ricorso al TAR della Calabria da parte del Comune di Villa San Giovanni. L’amministrazione locale ha contestato l’iter autorizzativo del progetto, sottolineando presunte carenze nelle valutazioni ambientali e nella pianificazione delle opere compensative per il territorio.
L’avvocato Aura Notarianni, rappresentante dei cittadini ricorrenti, ha spiegato che l’udienza decisiva per l’azione inibitoria è fissata per il 9 giugno 2025. Fino a quella data, il contraente generale Eurolink non potrà firmare atti aggiuntivi a titolo oneroso, paralizzando di fatto l’avvio del progetto. Parallelamente, il TAR dovrà esprimersi sul ricorso del Comune di Villa San Giovanni, che potrebbe ulteriormente complicare il quadro giuridico.
Il sindaco del Comune calabrese ha dichiarato: “Non siamo contrari al progresso, ma l’intero iter del Ponte sullo Stretto manca di trasparenza e attenzione per il nostro territorio. Non possiamo accettare un’opera di questa portata senza garanzie sulle ripercussioni ambientali ed economiche per la nostra comunità”.
Nonostante l’approvazione del progetto definitivo e gli stanziamenti finanziari, le controversie legali e le opposizioni da parte di associazioni ambientaliste e cittadini continuano a rallentare i lavori. La questione potrebbe inoltre essere rimessa alla Corte Costituzionale per valutare l’eventuale incostituzionalità del decreto relativo al Ponte.
In questo clima di incertezza, le speranze di vedere realizzata l’opera si allontanano ulteriormente. Da una parte, i sostenitori del progetto lo considerano un’opportunità di sviluppo infrastrutturale strategico; dall’altra, gli oppositori mettono in evidenza i rischi ambientali, le questioni economiche e le problematiche giuridiche che potrebbero trasformarlo in un ennesimo cantiere bloccato.
Il futuro del Ponte sullo Stretto rimane sospeso, simbolo di un dibattito nazionale tra ambizioni di modernità e le sfide della sostenibilità e della legalità.