La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta una delle più ambiziose infrastrutture progettate in Italia, con un’attenzione senza precedenti alla valutazione ambientale e geologica. Il parere n. 19 del 13 novembre 2024 della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica analizza in dettaglio le caratteristiche geologiche, i rischi sismici e le misure di mitigazione previste per garantire la sicurezza del progetto. Questo articolo approfondisce i principali aspetti trattati nel documento ufficiale.
Il contesto geologico e sismico dello Stretto
Complessità geologica
Il territorio calabrese interessato dal progetto insiste su tre principali complessi geologici:
- Depositi di versante poco coesivi: caratterizzati da materiali spigolosi ed eterometrici con matrice a grana fine.
- Depositi marini terrazzati: costituiti da sabbie gialle e ocra, limi e ghiaie con matrice sabbiosa.
- Ghiaie e sabbie di Messina: con facies attribuibili ad ambienti deltizi o conoidi sottomarine.
Faglie attive e rischio sismico
La regione è caratterizzata da un sistema di faglie diffuso, molte delle quali censite nella banca dati ITHACA. Tuttavia, permangono controversie sull’attività delle 24 faglie individuate, incluse quelle evidenziate dal Proponente. La mancanza di dati definitivi e l’assenza di rotture superficiali durante eventi storici, come il terremoto del 1908, complicano ulteriormente la valutazione.
Secondo il Proponente, la sorgente sismica del terremoto del 1908 è attribuita a una faglia cieca situata a 3 km di profondità, senza effetti superficiali osservati. I dati di deformazione geologica, inoltre, suggeriscono che i movimenti tettonici regionali siano responsabili dell’evoluzione delle coste, piuttosto che spostamenti tra le due sponde.
Analisi dei rischi geologici e stabilità delle aree di costruzione
Stabilità e movimenti tettonici
Le aree selezionate per i piloni del ponte sono tra le più stabili, secondo i dati del European Ground Motion Service (EGMS), che evidenziano variazioni di quota minime e attribuibili a fattori non tettonici, come la subsidenza e la dinamica degli acquiferi. Inoltre, i dati GNSS confermano un movimento differenziale minimo tra i piloni, riducendo significativamente i rischi strutturali.
Frane e dissesti
Il Proponente ha analizzato dettagliatamente i rischi di dissesto e frana, utilizzando dati dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) per individuare aree soggette a fenomeni franosi o esondabili. La microzonazione sismica, condotta secondo le linee guida nazionali, ha classificato le aree in base alla loro stabilità, supportando la progettazione di emergenza e le verifiche strutturali.
In Calabria e Sicilia, saranno eseguite indagini geomorfologiche e verifiche di stabilità per i siti di deposito SRA4, SRA6, SRA9 e SRA10 durante la progettazione esecutiva.
Microzonazione sismica e progettazione informata
La microzonazione sismica gioca un ruolo centrale nel progetto. Essa permette di integrare le conoscenze sul rischio sismico con la pianificazione territoriale, fornendo criteri fondamentali per la sicurezza infrastrutturale. Le analisi, suddivise in tre livelli di approfondimento, includono:
- Analisi qualitativa: basata su dati pregressi.
- Approfondimenti geofisici: indagini sul campo per identificare fenomeni sismo-indotti, come frane e liquefazioni.
- Selezione di accelerogrammi: simulazioni di eventi sismici coerenti con la pericolosità dei siti.
Il Proponente ha completato la prima fase, mentre le successive due sono consigliate per una valutazione più precisa.
Il parere VIA e VAS sottolinea che, nonostante le complessità geologiche e sismiche dell’area, le misure di mitigazione proposte, unite agli approfondimenti previsti, garantiscono una buona base per la sicurezza del progetto. Tuttavia, raccomanda:
- Ulteriori indagini geofisiche e paleosismologiche.
- Monitoraggi pre-operativi approfonditi nelle aree critiche.
- La conclusione delle fasi II e III di microzonazione sismica.
Per questi approfondimenti e con maggiore precisione, il Parere n. 19 del 13 novembre 2024 della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS (pag. 258), riporta che, nella relazione del Progettista (elaborato GRR0236-Relazione del Progettista, scheda n. P.CA.AB-006), si dichiara che in fase di progettazione esecutiva, nel versante Sicilia e per i siti di deposito SRA4, SRA6, SRA9 e SRA10, sarà eseguito uno studio geomorfologico e una verifica di stabilità con movimenti franosi e ricadenti in aree PAI a pericolosità elevata P3.
La citata relazione del Progettista (elaborato GRR0236-Relazione del Progettista, schede n. P.CA.AB-018/020) riporta pure un approfondimento che per il versante Calabria e Sicilia sarà
fatto in fase di progettazione esecutiva della caratterizzazione geomorfologica con particolare riferimento ai settori potenzialmente interferiti dalle opere in progetto; tali approfondimenti potranno essere sviluppati mediante l’acquisizione di nuovi dati derivati sia da un aggiornamento del rilievo geomorfologico, sia da una integrazione di indagini e di un monitoraggio realizzato nella fase ante operam del PE (Progetto Esecutivo).
Fonte:
- Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Parere n. 19/2024 del 13 novembre 2024, “Relazione del Progettista” (elaborati GRR0236, schede P.CA.AB-006, P.CA.AB-018/020).