Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito politico, con nuove polemiche sulle nomine che riguardano la Commissione di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA), un organismo cruciale per l’analisi ambientale di opere infrastrutturali di grande portata.
Secondo fonti parlamentari, la Commissione è stata oggetto di una lottizzazione politica tra Lega e Fratelli d’Italia, i due principali partiti della maggioranza. In un passo che ha suscitato critiche, entrambi i partiti avrebbero nominato figure politiche, anziché esperti indipendenti o tecnici qualificati, portando a un accresciuto controllo sui processi decisionali legati alla realizzazione dell’ambizioso ponte.
La Commissione VIA, che fa capo al Ministero per la Transizione Ecologica, è incaricata di valutare l’impatto ambientale di grandi opere infrastrutturali e di fornire pareri fondamentali per le autorizzazioni. Tuttavia, le recenti nomine politiche sembrano indicare una volontà di rafforzare il controllo sulla gestione del progetto, un’operazione che sembra destinata a influire sulla trasparenza e sulla credibilità dell’analisi ambientale.
Tra le nuove nomine spiccano quelle di figure provenienti direttamente dagli ambienti politici di Lega e FdI. A destare preoccupazione è il fatto che alcune di queste persone, pur avendo esperienza amministrativa, non risultano avere un forte profilo tecnico o scientifico nelle aree legate alla tutela ambientale o alla valutazione dei rischi. In questo modo, la Commissione VIA si allontana dal suo tradizionale ruolo di organismo di esperti, alimentando il sospetto che le scelte siano più orientate dalla logica politica che da criteri oggettivi e scientifici.
Le opposizioni hanno reagito con forza, accusando la maggioranza di voler forzare il progetto del Ponte sullo Stretto e di compromettere il processo di valutazione ambientale. “Il governo sta cercando di mettere le mani su una struttura tecnica per far passare a tutti i costi un’opera inutile e dannosa”, ha dichiarato un esponente del Partito Democratico. Le critiche sono amplificate dalla preoccupazione che le nomine politiche possano ridurre l’autonomia della Commissione e minare la credibilità delle valutazioni ambientali, fondamentali per garantire che l’impatto del ponte sull’ecosistema e sulle comunità locali sia effettivamente compreso e gestito.
Da parte loro, Lega e Fratelli d’Italia difendono le loro scelte, ribadendo che le nomine riguardano persone con esperienza nel settore pubblico e che l’opera del Ponte sullo Stretto è una priorità per lo sviluppo del Sud Italia. La realizzazione del ponte, infatti, è vista come un simbolo di rilancio economico e infrastrutturale per la Sicilia e la Calabria, sebbene molti esperti sollevino dubbi sull’effettiva sostenibilità economica e ambientale del progetto.
Nel frattempo, l’iter del Ponte sullo Stretto prosegue, con il governo che prevede di avviare la fase esecutiva dei lavori entro i prossimi mesi, sebbene le voci di dissenso non accennino a placarsi. La gestione delle nomine nella Commissione VIA è destinata a rimanere un tema caldo nei prossimi giorni, con il rischio che la questione della trasparenza e della protezione dell’ambiente venga messa in secondo piano rispetto alle spinte politiche e agli interessi economici legati al progetto.
In un contesto così delicato, l’attenzione dell’opinione pubblica è tutta rivolta al futuro del Ponte sullo Stretto, e alle modalità con cui verranno prese le decisioni cruciali per l’ambiente, la sostenibilità e l’utilità.