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Villa San Giovanni: «Comportamenti inappropriati, da parte dei consiglieri di maggioranza». La minoranza non ci sta

I consiglieri di minoranza a Villa San Giovanni denunciano una gestione inadeguata del presidente Trecroci e dell’amministrazione guidata da Caminiti durante l’ultimo Consiglio comunale.

Questa è una notizia che indica un forte scontro politico all’interno del comune di Villa San Giovanni. I consiglieri di minoranza, ovvero coloro che non fanno parte della maggioranza che governa il comune, stanno esprimendo un forte dissenso nei confronti dell’operato dell’amministrazione comunale, in particolare del presidente del consiglio comunale Trecroci e del sindaco Caminiti.

I Consiglieri di Forza Italia, Marco Santoro, Domenico De Marco e Stefania Calderone, – spiegano nella nota, di seguito – durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale del 12 agosto, hanno dovuto affrontare un grave disagio a causa della gestione inadeguata dell’amministrazione Caminiti. Fin dall’inizio, la seduta è stata caratterizzata da comportamenti inappropriati, da parte dei consiglieri di maggioranza, che hanno contribuito a creare un clima di tensione.

Il consiglio ha inizialmente affrontato le interrogazioni della minoranza riguardanti lo spostamento del comando di polizia locale e la sistemazione della ringhiera per le persone con disabilità in Piazza Rosario. Successivamente, si è passati alla discussione sulle ratifiche delle variazioni di bilancio e sull’assestamento dello stesso. Su questi punti, i consiglieri di minoranza hanno espresso voto contrario, ritenendo che le variazioni proposte non garantissero una gestione efficiente e trasparente delle risorse pubbliche.

Durante i lavori consiliari, i consiglieri di minoranza non hanno avuto la possibilità di esprimere il loro disagio senza essere continuamente interrotti. Nonostante le ripetute richieste del capogruppo Santoro al Presidente Trecroci di mantenere l’imparzialità e di richiamare i consiglieri di maggioranza, le provocazioni sono proseguite senza alcun intervento da parte del Presidente. Questo comportamento riflette una preoccupante mancanza di agibilità democratica e di rispetto per il ruolo di controllo dei consiglieri comunali.

Un episodio particolarmente significativo si è verificato durante l’intervento di Santoro sull’assestamento generale di bilancio, quando una responsabile comunale è intervenuta interrompendo il discorso, senza che il Presidente Trecroci ristabilisse l’ordine. La situazione è ulteriormente degenerata quando al Consigliere De Marco è stato negato il diritto di intervenire, con il Presidente che ha deciso di chiudere la discussione e passare direttamente alla votazione, spingendo così De Marco ad abbandonare l’aula in segno di protesta.

È inaccettabile che, in un contesto democratico, i consiglieri vengano sistematicamente zittiti, soprattutto quando sono bersaglio di attacchi pretestuosi da parte della maggioranza. Inoltre, la registrazione della seduta, che potrebbe chiarire quanto accaduto, non è ancora disponibile sul sito del Comune, probabilmente per problemi tecnici. Sarebbe bastato un minimo di buon senso da parte del Presidente per ristabilire l’ordine, ma ancora una volta è stato negato un diritto fondamentale.

Nonostante il clima ostile, il capogruppo Santoro ha dimostrato senso di responsabilità, convincendo De Marco a rientrare in aula per evitare che la sua assenza fosse interpretata come una mancanza di rispetto verso il Consiglio. Tuttavia, di fronte al persistente rifiuto del Presidente di concedere la parola, Santoro ha spiegato le ragioni del disagio vissuto e, dopo aver lasciato una dichiarazione ufficiale, ha deciso insieme agli altri consiglieri di Forza Italia di abbandonare l’aula prima della votazione.

Questa situazione mette in luce, ancora una volta, la scarsa correttezza del Presidente Trecroci, che compromette il regolare svolgimento delle sedute consiliari. I consiglieri di minoranza, con determinazione, hanno manifestato il loro dissenso, sottolineando come l’atteggiamento del Presidente sia ormai diventato inaccettabile e incompatibile con un sano confronto democratico.