Il porto di Scilla sarà intitolato al Capitano di Fregata della Marina Militare Natale De Grazia, morto dopo per aver ingerito sostanze tossiche, il 13 dicembre 1995; svolgeva attività di indagine sulle “navi dei veleni”, sospettate di essere state affondate, deliberatamente, con il loro carico di rifiuti radioattivi.
Un Uomo che ha lasciato un segno profondo principalmente nella sua Calabria.
L’intitolazione del porto di Scilla a Natale De Grazia rappresenta un modo per mantenere viva la sua memoria e per trasmettere ai giovani i valori della legalità e della giustizia. Inoltre, sottolinea l’importanza di continuare a combattere contro ogni forma di criminalità organizzata che minaccia il nostro territorio e la nostra salute.
E’ stata la Commissione straordinaria del Comune che ha approvato con la delibera N.102 del 31 luglio 2024 la richiesta dell’ASD APS Magna Graecia Outdoor, con sede in Scilla. Un gesto simbolico che riconosce a De Grazia il percorso di legalità e giustizia.
Natale De Grazia nato a Reggio Calabria il 19 dicembre 1956
e deceduto improvvisamente il 12 dicembre 1995, mentre si reca in missione a La Spezia insieme a due carabinieri per rendere dichiarazioni in tribunale in merito ad alcune indagini, nella notte tra il 12 e il 13 dopo aver mangiato in un ristorante di Campagna (SA).
Le indagini iniziali
La morte fu inizialmente attribuita a cause naturali, ma le circostanze e le successive rivelazioni hanno portato a sospettare un gioco più oscuro. De Grazia era impegnato in indagini delicate relative allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi, un tema che lo rendeva un personaggio molto scomodo per tanti.
Le teorie sul movente
Diverse teorie sono state avanzate per spiegare l’omicidio di De Grazia:
- Traffico di rifiuti tossici: La sua morte potrebbe essere collegata alle indagini che stava conducendo su un presunto traffico internazionale di materiali nucleari.
- Affondamento della Rigel: De Grazia si era interessato all’affondamento della nave Rigel, sospettata di trasportare rifiuti tossici.
- Interessi economici: Le sue indagini potrebbero aver incrociato interessi economici molto potenti legati al malaffare ambientale.
Le indagini successive
Nel corso degli anni, sono state condotte numerose indagini che hanno contribuito a delineare un quadro complesso, ma non hanno fornito prove inconfutabili sull’omicidio. Il certificato di morte attribuisce la causa del decesso ad un arresto cardio-circolatorio; la motivazione per “morte cardiaca improvvisa” appare da subito troppo generica, e l’Autorità giudiziaria dispone un’autopsia da effettuarsi dieci giorni dopo presso l’ospedale di Reggio Calabria.
I dati dell’esame autoptico verranno poi trasmessi alla famiglia solo dopo dieci anni dalla morte; nel 2012, da un’ulteriore perizia, viene accertata la morte per ingestione di sostanze venefiche, ovvero, tossiche/velenose.