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Il “Ponte sullo Stretto” non è fattibile per diversi motivi. Ma c’è chi ci marcia

L’idea di un ponte sullo Stretto di Messina affascina da tempo, ma la sua realizzazione è tutt’altro che scontata, tutt’altro che fattibile.

Le ragioni che mettono in dubbio la fattibilità del progetto sono diverse:

Problemi tecnici

  • Condizioni geologiche: Lo Stretto è caratterizzato da una zona sismica e vulcanica attiva, con fondali marini profondi e correnti forti. Questi fattori rendono estremamente complessa la costruzione di un ponte stabile e sicuro.
  • Difficoltà di manutenzione: Un ponte così imponente richiederebbe una manutenzione costante e onerosa, soprattutto considerando le condizioni marine avverse della zona.

Impatti ambientali

  • Danni all’ecosistema marino: La costruzione del ponte potrebbe causare gravi danni alla flora e alla fauna marina dello Stretto, un’area ricca di biodiversità.
  • Inquinamento: I lavori di costruzione e il traffico veicolare sul ponte potrebbero generare inquinamento atmosferico e acustico.

Costi elevati

  • Il progetto prevede un costo stimato di decine di miliardi di euro, una cifra enorme che potrebbe essere impiegata in modo più proficuo per altre infrastrutture e servizi.
  • Dubbi sulla redditività: Non è chiaro se il ponte genererebbe sufficienti entrate dai pedaggi per coprire i costi di costruzione e manutenzione.

Critiche al progetto

Mancanza di macchinari per testare i cavi: Il progetto stesso evidenzia l’assenza di una tecnologia adeguata per il collaudo dei cavi sospesi, lunghi oltre 5 km e con un peso di 170.000 tonnellate.

Altezza insufficiente: I 70 metri di altezza previsti per il ponte potrebbero non essere sufficienti per il passaggio di grandi navi, considerando le frequenti oscillazioni del livello del mare nello Stretto.

Impatto ambientale: L’imponente opera avrebbe un impatto significativo sull’ecosistema marino, con rischi per la fauna e la flora locale.

Dubbi sulla fattibilità

Ing. Salvatore Risitano: nelle pagine del progetto stesso, definisce l’opera non realizzabile con le attuali conoscenze scientifiche per un ponte ad una campata di tale lunghezza, infatti, la campata centrale del “Ponte sullo Stretto” di Messina avrà una lunghezza di 3.300 metri, diventando la più lunga al mondo per un ponte sospeso. Il ponte è fattibile solo a più campate e, logicamente, con dei piloni di appoggio nelle acque dello stretto. Lavoro altrettanto impossibile, come affermano gli ingegneri stessi del ponte.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha espresso diverse perplessità sul progetto del “Ponte sullo Stretto” di Messina, bocciando di fatto alcune scelte del governo.

Le principali criticità sollevate dall’Anac riguardano:

  • Mancanza di un progetto esecutivo completo: Secondo l’Anac, è necessario avere un quadro completo dell’opera prima di avviare i lavori, per evitare il rischio di oneri imprevisti e costi lievitati. Il governo, invece, ha optato per un approccio graduale, con la possibilità di procedere in step e senza un progetto definitivo.
  • Maggioranza dei rischi a carico del pubblico: L’Anac ha rilevato che la bozza di decreto assegna alla parte pubblica la maggior parte dei rischi connessi al progetto, mentre i privati godrebbero di ampie garanzie.
  • Scarsa trasparenza sui costi: L’Anac ha lamentato la mancanza di chiarezza sui costi complessivi dell’opera, che potrebbero subire forti aumenti nel corso della realizzazione.

Concrete alternative

Potenziamento dei traghetti: Investire nel miglioramento del servizio di traghetti potrebbe rappresentare una soluzione più sostenibile ed efficiente e soprattutto meno costosa!

Sviluppo infrastrutturale in Calabria e Sicilia: Investire in infrastrutture alternative, come ferrovie e strade, per favorire il collegamento interno alla regione.

In definitiva, la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina appare al momento improbabile, ostacolata da sfide tecniche, ambientali ed economiche.

Nell’ambito della valutazione del progetto del “Ponte sullo Stretto di Messina”, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ha richiesto alla Società Stretto di Messina S.p.A 239 integrazioni di documenti in merito alla valutazione del progetto:

Le 239 integrazioni richieste dal Ministero dell’Ambiente riguardano principalmente, in sintesi

  • Valutazione di impatto ambientale (VIA): 155 integrazioni
  • Valutazione di incidenza ambientale (VINCA): 66 integrazioni
  • Piano di utilizzo delle terre (PUT): 18 integrazioni

Le richieste del Ministero puntano ad approfondire diversi aspetti del progetto, tra cui:

  • Compatibilità con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici
  • Analisi di costi e benefici
  • Misure di mitigazione e compensazione per gli impatti ambientali
  • Interferenze con le aree Natura 2000
  • Aggiornamento necessario sui test riguardo l’impatto dei venti sulla struttura

L’esito di questa fase sarà determinante per il futuro del “Ponte sullo Stretto di Messina”. Se le integrazioni saranno ritenute soddisfacenti, il progetto potrà procedere verso la fase di approvazione finale.

In conclusione

Il progetto è da sempre oggetto di diatribe tra favorevoli e contrari, con posizioni diametralmente opposte.

Esistono preoccupazioni per le possibili ripercussioni negative sul territorio e sull’economia locale.

Alla luce di queste criticità, la fattibilità del ponte sullo Stretto di Messina appare incerta. Sarebbe necessario un’attenta valutazione di tutti i pro e contro, con un’analisi approfondita dei rischi e dei benefici, prima di prendere una decisione definitiva sul progetto!