E’ intervenuto all’assemblea “No Ponte” a Villa San Giovanni, il Professore Alberto Ziparo, urbanista, docente dell’Università di Firenze, intervistato dai giornalisti ha evidenziato le criticità del progetto, il “ponte sullo stretto di Messina”, che definisce “un’opera incostruibile”.
Il progetto
“Salvini – afferma il Professore Ziparo, lo riporta il Corriere della Calabria – ha dichiarato che è spostata all’inizio del 2025, fine dell’anno, non è più a luglio la data fatidica. Ma non succederà proprio nulla perché c’è una prescrizione normativa del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ancora valida, che dice che per opera di particolare arditezza ingegneristica, cita il Ponte sullo Stretto come prima opera di queste semplificazioni, prima anche dei primi pre-cantieri deve essere approvato da ente terzo il progetto esecutivo, non definitivo. Quello che loro dicono che non hanno mai fatto perché avrebbe dimostrato l’esatto contrario di quello che doveva dimostrare. Non la fattibilità, ma la non costruibilità”.
“Il progetto – ha aggiunto il docente – è stato studiato veramente per una ventina d’anni, da luminari che erano poi i capi progetto, che non solo sono rimasti consulenti del governo, ma sono consulenti delle più grandi imprese e loro a un certo punto hanno detto, prima a Berlusconi e poi a Monti: “questa è una storia che non dovrebbe stare a livello di progettazione, perché non c’è nulla da progettare”. Ogni volta che un cialtrone a cui non frega niente di Calabria e Sicilia, ma ha un ruolo in politica, è stato Renzi 8 anni fa, adesso Salvini, si ricorda che per coprirsi dei tagli che sta facendo. Vi ricordo che lo Stretto, la Calabria e la Sicilia ogni mese sono denunciati dall’Unione Europea e dal Dipartimento Ambiente come dei territori più a rischio per le ricadute dei cambiamenti climatici. Stiamo discutendo di una cosa che non ha senso”.
La propaganda
“E il fatto che si annuncino gli espropri – continua il docente – senza che ci sia un progetto esecutivo e definitivo è già sintomatico. Per la prima volta, una grande opera italiana non ha struttura di missione al Ministero, perché i dirigenti tecnici ministeriali conoscendo la natura dell’operazione non si sono voluti impegnare e lasciano un’operazione che è fatta dal ministro Matteo Salvini, dal suo ufficio stampa e dalla Società Stretto di Messina”.